Rapporto 2016 sulla povertà e l’esclusione sociale. Vita dignitosa? In stato di povertà assoluta 1 milione 582 mila famiglie.
Dopo la pubblicazione del nuovo «Rapporto 2016 sulla povertà e l’esclusione sociale» giunto alla quindicesima edizione, i dati casertani gettano un fascio di luce oscura sulla situazione nella diocesi del capoluogo.
La povertà che avanza. Franco Porzio, responsabile dell’osservatorio delle povertà della diocesi casertana :«Abbiamo assistito attraverso i centri di ascolto (su 67 parrocchie ne sono attivi 31, ndr) 3mila 400 nuclei familiari, di cui 500 nei centri di ascolto della diocesi e 2900 nei centri di ascolto parrocchiale. Grazie al prestito della speranza sono stati erogati 38mila 750 euro; qui da noi la percentuale di famiglie in povertà relativa è 28,5 per cento mentre quella in povertà assoluta è 12,5%. Sono dati che stringono il cuore, la povertà aumenta, le difficoltà si moltiplicano e noi vorremmo poter fare di più».
Il Rapporto, è frutto dell’analisi dei dati e delle esperienze quotidiane delle oltre duecento Caritas diocesane operanti su tutto il territorio nazionale, aggiornati al 2016.
In Italia, secondo l’Istat, vivono in stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa.
Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del meridione, con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei in cui non c’è reddito e almeno una persona è in cerca di un’occupazione.
«Un elemento inedito messo in luce nel rapporto e che riguarda anche le famiglie della diocesi casertana – afferma Porzio – è il dato che stravolge il vecchio modello di povertà italiano: oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato, sta ancora penalizzando, soprattutto giovani e giovanissimi in cerca di una prima o nuova occupazione e gli adulti rimasti senza un impiego. Da noi chi ha un nonno con una pensione discreta può andare avanti con qualche preoccupazione in meno. Dal luglio 2015 al luglio 2016, quindi un dato aggiornatissimo, abbiamo effettuato 4mila 763 interventi a favore di indigenti, nel 71 per cento dei casi abbiamo pagato bollette, tasse, sussidi; per il 14,6 per cento siamo intervenuti dove c’era bisogno di lavoro, nel 4,7 per cento abbiamo aiutato chi aveva problemi di salute, per il 3,3 per cento ci siamo occupati dei problemi abitativi, stessa percentuale per problemi familiari vari. Abbiamo sostenuto anche 15 bambini indigenti fornendo loro un servizio di doposcuola. Abbiamo impegnato, nello scorso anno, come risorse 133mila 600 euro provenienti dalla diocesi di Caserta ai quali vanno aggiunti, per tre progetti specifici finanziati dalla Caritas italiana, altri 170mila euro. Il 71 per cento delle famiglie seguite è italiano, il 29 per cento è costituito da nuclei familiari stranieri».
Caserta avrebbe bisogno di più centri di accoglienza. La Tenda di Abramo (20 posti letto e mensa) per una prima accoglienza a servizio in particolare della Forania Nord Est di Caserta non è sufficiente. «Stiamo lavorando – conclude il responsabile dell’osservatorio – per avere il finanziamento per un nuovo centro di accoglienza. Abbiamo individuato anche la sede. Speriamo che vada in porto».
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