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Videosorveglianza: quindicimila euro per il ripristino di 10 occhi elettronici

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Caserta – Tornano a funzionare in città altre dieci telecamere di videosorveglianza.

Il loro ripristino è costato al Comune circa quindicimila euro. Attualmente sono quindi sedici gli occhi elettronici attivi sul territorio. Ma l’obiettivo dell’ente è arrivare a venticinque entro pochi mesi. Resteranno definitivamente spente invece le altre ventiquattro. Ormai obsolete pur non essendo mai state accese.
«Nove anni fa, quando questi 49 impianti furono installati – spiega il comandante della polizia municipale, Luigi De Simone – nessuno si preoccupò di verificarne l’idoneità e la compatibilità tecnica e soprattutto di realizzare una struttura autonoma che fosse in grado di farli funzionare tutti contemporaneamente. Persino il quadro elettrico era in comune con altri apparecchi che nulla avevano a che fare con la videosorveglianza. Ci sono telecamere che sono impossibilitare a dialogare tra loro e con la centrale operativa a causa della presenza di ostacoli fisici che all’epoca dell’installazione non furono proprio presi in considerazione. Ne consegue che oggi ci ritroviamo con la metà degli impianti spenti e inutilizzabili che, in assenza di ingenti fondi extra comunali, non potranno neanche essere sostituiti».

Uno spreco del passato che pesa come un macigno sul presente. Per realizzare un nuovo sistema di monitoraggio in grado di mettere in rete tutte queste videocamere, avvalendosi naturalmente delle nuove tecnologiche, servirebbe infatti un importo di circa un milione di euro. «Abbiamo partecipato a un bando ministeriale spiega il colonnello ma purtroppo non siamo riusciti a classificarci in posizione utile per ottenere i fondi. Il punteggio maggiore è stato assegnato infatti ai Comuni con popolazione pari o inferiore ai 20mila abitanti, e ciò malgrado i capoluoghi di provincia presentino un tasso di criminalità notoriamente più alto rispetto ai piccoli centri».

Il finanziamento statale messo a gara, pari a circa 360mila euro, avrebbe consentito di installare trentatré nuovi impianti (diciassette fissi e sedici mobili dotati anche di strumenti di rilevazione delle targhe) in ventidue punti della città che ne sono sprovvisti, tra questi rione Tescione, rione Vanvitelli, rione Cappiello, Parco Santa Rosalia, via Trento e via Ruggiero. «Speriamo venga emanato al più presto un nuovo bando che non penalizzi le realtà più grandi sottolinea il comandante De Simone nel frattempo ci siamo attivati con i fondi che avevamo a disposizione per sostituire il ponte radio, le antenne e il server e per realizzare un nuovo quadro elettrico, autonomo da qualsiasi altra struttura. Gli impianti attivi sono stati inoltre dotati di un gruppo di continuità che consente loro di continuare a funzionare e a registrare anche in caso di assenza di corrente elettrica».

Le sedici telecamere attualmente accese si trovano in piazza Vanvitelli, piazza Gramsci-viale Douhet, piazza Pitesti, via G.M.Bosco (in corrispondenza dei campetti Nike), via Borsellino (all’altezza dell’ipermercato Lidl), viale delle Industrie, all’uscita della variante Anas (direzione cimitero-ospedale) e nelle frazioni di Puccianiello, Santa Barbara, Casolla e Mezzano. In alcune di queste aree ce ne sono addirittura due per coprire entrambi i sensi di marcia. Tutte e sedici sono attive ventiquattro ore su ventiquattro e le immagini registrate vengono conservate per un periodo di sette giorni. Alcune sono fisse, come quelle posizionate sotto i porticati del Comune, altre invece possono essere «pilotate» dalla centrale operativa nella direzione desiderata con una visuale di 360 gradi e un raggio di azione di circa un chilometro. Quella tra piazza Gramsci e viale Douhet per esempio consente di tenere d’occhio il primo tratto di corso Trieste, largo Sant’Elena e persino uno scorcio di piazza Margherita. Ma non è tutto. Grazie a un finanziamento ministeriale di circa 36mila euro si è potuto procedere con la ristrutturazione della centrale operativa che è passata così dal sistema analogico a quello digitale. «La centrale è dotata di sei maxischermi, ciascuno dei quali collegato a quattro impianti di videosorveglianza, e consente una comunicazione più efficace, più veloce e più capillare».

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