CASERTA – Non più solo una strada, ma un simbolo, un modo di vivere, un portale spazio-temporale verso la pazienza infinita: parliamo naturalmente di via Verdi, quel tratto di arteria casertana che da settimane – o forse ere geologiche – è chiuso al traffico per “riqualificazione”, termine tecnico che in città significa: “abbiate fede, e portatevi un panino”.
La chiusura interessa il segmento subito dopo la stazione, quello che collega idealmente la pista ciclabile con il nervoso battito del traffico di via Napoli e via Renella. Ma al momento, più che un collegamento, via Verdi è un limbo di transenne, sacchi di sabbia, birilli sparsi e misteriosi escavatori che appaiono e scompaiono come se fossero gestiti da un regista teatrale con l’ansia.
I lavori “proseguono”, ci assicurano dal Comune, anche se nessuno sa bene in quale direzione o in quale dimensione. C’è chi giura di aver visto un operaio spostare un cono, altri parlano di un piccione che ha assistito a tre scavi consecutivi senza mai vedere un tubo (in tutti i sensi).
Nel frattempo, il traffico cittadino è stato deviato forzosamente su via Cesare Battisti e via Roma, trasformando il centro in un videogioco open world a tema “imbottigliamenti”, dove ogni rotatoria è una roulette russa e ogni clacson è una richiesta d’aiuto.
Il Comune, col consueto aplomb, invita la cittadinanza a “portare ancora un po’ di pazienza”, ma non chiarisce se si tratta di giorni, mesi o dell’intero prossimo ciclo lunare.
L’associazione “Casertani Anonimi Bloccati nel Traffico” ha lanciato una petizione per l’installazione di letti a castello lungo il percorso alternativo, mentre alcuni genitori hanno già iscritto i figli alla scuola guida con indirizzo Guida in stato di deviazione permanente.
Noi di Casertakeste.it, come sempre, ve lo diciamo per amore di cronaca e verità: via Verdi non è una strada, è un’esperienza. È la risposta casertana al concetto di “attesa”. È Waiting for Godot, ma con i sensi unici.
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