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Vergognosa imposizione della tunica nera araba, il bisht

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Un velo nero sul mondiale, una tunica che Messi è stato obbligato a indossare prima che alzasse la Coppa, l’ultima imposizione che la Fifa ha accettato per non “turbare” il clima dei mondiali 2022.

Leo Messi aveva appena coronato il sogno della sua vita e del suo paese e stava per alzare la Coppa come aveva fatto Maradona 36 anni fa quando i funzionari del Qatar l’hanno obbligato a indossare il bisht, una tunica nera in una foggia per di più molto trasparente “vedo non vedo” rispetto al modello tradizionale. Un’imposizione senza precedenti e senza motivo se non quello di omaggiore la festa nazionale del Qatar che si tiene il 18 dicembre dal 1878, ma che con il Mondiale non c’entra proprio nulla: immaginate se lo avessero detto a Maradona….

Il bisht è un capo d’abbigliamento tradizionale nel Medio Oriente e negli Emirati Arabi. Solitamente indossato sopra una veste bianca, arriva fino alle caviglie e rappresenta regalità, autorità, prestigio. Il Bisht indossato da Messi è di colore nero, ma esiste anche di altre tonalità, come marrone, grigio, beige o bianco. Inoltre, la tunica regalata all’argentino presenta degli inserti in oro, a voler simboleggiare la regalità del personaggio, icona nel mondo del calcio. Sui social è polemica per la scelta di Messi di indossare la veste, al termine di un Mondiale molto discusso per la situazione dei diritti civili e per le morti dei lavoratori: in tanti ricordano che il 10 argentino è testimonial del tursimo dell’Arabia Saudita, oltre a giocare nel Paris Saint Germain di proprietà qatarina. Da parte sua, lo sceicco Tamim Bin Hamad ha scritto su Twitter di avere «mantenuto la nostra promessa di organizzare un campionato eccezionale nei paesi arabi. Il torneo ha fornito un’opportunità ai popoli del mondo di conoscere la ricchezza della nostra cultura e l’originalità dei nostri valori».

 

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