“VERDI DI RABBIA”: QUESTO BIODIGESTORE SCATENA L’HULK
Ogni persona reagisce alla rabbia in modo diverso: c’è chi la reprime e chi invece la manifesta con tutta la sua forza. Ma inghiottire la rabbia fa male, gridarla anche.
Di seguito alcune delle tecniche di controllo della rabbia che bisognerebbe adottare
– Esercizi isometrici per scaricare la rabbia: il fine di questi esercizi è far sviluppare tensione ai muscoli senza però generare movimento. Quando ci troviamo di fronte a qualcuno che ci sta facendo arrabbiare possiamo pressare il piede contro il pavimento o contrarre la muscolatura della coscia. Ottima anche, sempre secondo Puff, la tecnica dell’ hand-squeezing: mano dietro la schiena, e poi, lentamente, distendete e chiudete a pugno le dita.
– Scrivere: anziché urlare la nostra rabbia scriviamo una lettera dove ci sfoghiamo. Alla fine della lettera la rabbia sarà svanita da sola e magari potremmo anche aver trovato la migliore soluzione per far valere le nostre ragioni. Poi decidete voi se stracciare lo sfogo o spedirlo!
– Sfogarsi allo specchio: quando avete voglia di sfogarvi con qualcuno con cui avete avuto da ridire andate allo specchio ed esprimete anche con parole pesanti ciò che pensate. Parlate con tutta sincerità e fatelo anche nei giorni seguenti, ogni volta che vi sentite assalire dalla rabbia.
– Qualcuno per litigare: quando sentite la rabbia che sale e vorreste qualcuno con cui litigare andate in una stanza dove nessuno può sentirvi e vedervi e fate fisicamente tutto quello che desiderate: prendete a pugni un cuscino, sbattete le mani sul materasso come se voleste far uscire la polvere, saltate, insomma sfogate fisicamente la vostra rabbia nel modo che sentite più opportuno.
– Utilizzate lo sport: per sfogare la rabbia è utile anche fare sport, non uno in particolare, quello che si preferisce, l’importante è che ci permetta di distrarci e di scaricare la tensione.
– Energia e soddisfazione: se la rabbia è uno stato costante è efficace fare qualcosa che dia soddisfazione e che piaccia: incontrare amici, leggere, dipingere, scrivere, ascoltare musica. E’ fondamentale che l’attività scelta procuri benessere così da contrastare lo stato di malessere legato alla rabbia.
Cosa fare invece quando la rabbia da gestire non è la nostra, ma quella di chi ci sta di fronte? Alcuni dei metodi che possono essere utilizzati per disinnescare la rabbia dell’altro sono:
– Chiarire subito il problema. Spesso è istintivo reagire ad un atteggiamento rabbioso con il contrattacco, ma è poco probabile che ciò abbia una qualche utilità. Se riusciamo a mantenere la calma e capire quali possono essere state le cause della rabbia dell’altro.
– Calmare l’altro. Si può ridurre la rabbia dell’altra persona insistendo sul fatto che essa ci impedisce di vedere il problema e di aiutarlo a risolverlo: mantenendo la calma aiuteremo chi ci sta di fronte a riconoscere l’inopportunità dei suoi scoppi di rabbia.
– Distrarre l’attenzione. Molte persone al culmine di un accesso d’ira si possono calmare se spostano l’attenzione altrove. Ad es. si può cambiare argomento, usare con giudizio l’umorismo, ecc.
– Allontanarsi. Nel caso in cui ci rendessimo conto di non riuscire ad arginare la rabbia dell’altro e di avere motivo di temere per la nostra incolumità, non esitiamo ad allontanarci. A volte è sufficiente allontanarsi di poco (ad es, spostarsi in un’altra stanza), ma se ciò non bastasse mettiamo la massima distanza possibile tra noi e la persona arrabbiata (usciamo di casa, allontaniamoci con la nostra auto se la lite è con un altro automobilista).
Il più delle volte, il tentativo costante di ‘reprimere’ queste sensazioni porta a malattie psicosomatiche; altre volte, l’incapacità di auto-controllarsi porta ad esiti drammatici. E’ fondamentale, quindi, per ognuno di noi, riconoscere i segnali della propria rabbia e di quella altrui, interrogarsi sulle sue vere origini e impegnarsi consapevolmente ad utilizzare delle tecniche che ci consentano di gestirla nella maniera più adeguata.
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