Caserta – Non proprio alle nove, ma con tutta tranquillità ci si è seduti per 80 euri circa, in seduta straordinaria perchè convocato il consiglio comunale per discutere la petizione popolare sul Macrico, quella attraverso la quale il Comitato Macrico Verde, e altre associazioni tra cui Caserta Kest’è chiede che alla vasta area nel cuore di Caserta venga attribuita la qualifica urbanistica F2 con inedificabilità zero, per metterla al riparo definitivo dalle ricorrenti manovre di speculazione edilizia.
L’intenzione di non realizzare nuove costruzioni nel Macrico viene evidenziata in aula consiliare anche da monsignor Giovanni Vella, presidente della fondazione ‘Casa Fratelli Tutti’, e da don Antonello Giannotti, presidente dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero. “Il Vescovo e noi abbiamo più volte chiarito che la Chiesa di Caserta non avrebbe lasciato spazio a cementificazioni e attività speculative sull’area – si legge in una lettera congiunta – Nel Manifesto “Da Campo di Marte a Campo della Pace” è stata indicata una chiara direzione di marcia e una precisa meta da raggiungere in merito alle funzioni da inserire nell’area: in primo luogo dare risposte concrete al bisogno di spazi verdi, accessibili, attrezzati e organizzati secondo i criteri della sostenibilità ambientale; nello stesso tempo, far diventare l’area un polo multifunzionale a destinazione sociale e culturale. Su queste linee di indirizzo, dalle audizioni fatte nel mese di marzo, abbiamo potuto riscontrare un apprezzamento unanime da parte delle istituzioni, degli enti e delle associazioni ascoltate. Fedeli a questo mandato, stanno lavorando l’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, la Fondazione “Casa Fratelli Tutti” e i progettisti. Non ci saranno nuove edificazioni o ulteriore cementificazione, anzi gran parte del cemento presente sulle superfici dovrà essere eliminato e trasformato a verde, tutto a beneficio della salubrità ambientale. Non ci saranno attraversamenti di strade carrabili. Il progetto osserverà fedelmente il vincolo e le direttive della Soprintendenza. Gli edifici in muratura presenti nell’area, tutti collabenti, non possono essere demoliti perché tutelati, pertanto, potranno – anzi dovranno – essere recuperati e restaurati e di conseguenza inclusi nelle funzioni del parco”.
A tutt’oggi posso costatare un’amministrazione comunale che ancora si sottrae alle sue responsabilità e purtroppo le risposte dai banchi sono ancora vaghe e generiche, in parloe spicce e chiare, non ritiene di formalizzare una precisa qualifica urbanistica dell’area. Come associazione Caserta Kest’è confermiamo la nostra posizione già espressa durante la mia candidatura a Sindaco, dichiara Ciro Guerriero, intervenuto stamani nel corso del Consiglio Comunale monotematico avente ad oggetto il Macrico. Sotto il profilo procedurale oggi non compete al Vescovo e alla proprietà imporre o semplicemente esercitare pressioni su determinate scelte che sono di stretta competenza e prerogativa dell’Amministrazione comunale. Non possiamo più aspettare: la Città non capirebbe questo ulteriore ritardo. Esorto tutti indipendentemente dalle loro affiliazioni politiche, a lavorare insieme per instaurare un clima di fiducia e collaborazione che superi il conflitto e la cultura del sospetto. Chi vuole collaborare seriamente per il bene comune, deve saper mettere nei suoi programmi di ogni giorno non solo tanto amore e buona volontà, fede e voglia di giustizia, ma anche una parte di fatica, di sacrificio e di rinuncia che il collaborare comporta sempre. Perché il bene comune non deve essere costrizione e paura, ma consapevolezza, entusiasmo e impegno in prima persona”.
Il sindaco ‘capace’ Carlo Marino: “Seguiamo la linea coerente adottata dal Vescovo Pietro Lagnese, dalla Curia, dalla Fondazione e dall’Istituto Diocesano: questo per noi è un percorso serio sul quale poter costruire un piano strategico caratterizzato da una nuova visione di città.
Capisco che qualcuno esiste politicamente solo perché porta avanti la battaglia per rendere F2 l’area del Macrico, però noi amministratori dobbiamo governare. Non posso andare dietro ai partiti, dietro ai movimenti o a quell’associazionismo interessato, che strumentalizza i temi e che fa propaganda e che si è perfino candidato alle ultime elezioni, diventando un vero e proprio movimento politico.
Noi vogliamo parlare a tutta la città, che conta 75mila abitanti, nel suo complesso e non solo con qualche associazione composta da pochi componenti. Oggi, sulla vicenda del futuro del Macrico, ci sentiamo pienamente rappresentati dalla Fondazione. Attendiamo la proposta che sta venendo fuori da un’opera di ascolto e di confronto che la stessa Fondazione sta effettuando con la città, con le istituzioni, con le associazioni. Sono convinto che le istituzioni pubbliche, la Curia, l’Istituto Diocesano e la Fondazione possano interagire per costruire un vero bene comune, al servizio dei cittadini.
Questo è l’unico obiettivo che abbiamo. Chi vuole far parte di questo cammino, mettendo a disposizione le proprie competenze, è il benvenuto. Non troviamo utile, invece, l’azione di chi intende fare polemica solo per cercare visibilità politica. Dobbiamo realizzare il cosiddetto ‘Parco dei parchi’, con la possibilità, come sottolineato dalla Curia, di poterlo co-progettare, co-gestire, lavorando tutti per il bene comune. Per assicurare crescita e sviluppo alla nostra città e scrivere il futuro, bisogna decidere, fare delle scelte. Ci vuole coraggio, – ha concluso Marino – il coraggio delle scelte. E noi lo abbiamo”.
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