Certificati medici falsi, pronti soccorso compiacenti e richieste di risarcimento gonate. È questo il quadro emerso dall’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, sfociata in alcune misure cautelari domiciliari. Il gip Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo gli interrogatori preventivi tenutisi a novembre in base alla legge Nordio – ha dimezzato le richieste (in carcere) che erano stateavanzate del pm Gerardina Cozzolino disponendo gli arresti domiciliari per 22 persone tra organizzatori, avvocati, medici, infermieri e un obbligo di dimora per un faccendiere.
Si parla di una richiesta cautelare di tremila pagine con 527 indagati che si tramuterà in un maxi processo per fatti che già oggi risalgono a circa 6 anni fa mentre l’ordinanza di 200 pagine rmata dal gip contempla diversi capi di imputazione replicati più volte per circa duecento episodi. Santa Maria Capua Vetere, ecco “Veterea”: la città digitale per i turisti
Nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Procura sono stati resi noti i dettagli dell’operazione alla presenza del procuratore capo Pierpaolo Bruni, del comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Manuel Scarso, del tenente colonnello Alessandro Cisternino del Nas di Napoli e del maggiore Michelangelo Piscitelli, comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo carabinieri di Aversa
Si tratta di Raffaele Biello, 56 anni, San Marco Evangelista; Vincenzo Campanile, 42anni di Afragola già detenuto presso la casa circondariale di Udine; Fortunata Caterino 42 anni di Casal Di Principe; Giovanni Cimmino, 37 anni di Napoli; il medico Andrea Cipullo, 56 anni di Santa Maria Capua Vetere; Olimpio Costantino, 62 anni di Capodrise; il medico Luciano Cremona 70 anni di Giugliano; Mario D’Angelo 65enne di Napoli; Giuseppe De Santis 61 anni nato a Palermo residente a Napoli; Antonio Del Vecchio, 40 anni di San Cipriano D’Aversa; Michele Del Vecchio 49 anni di Casal Di Principe; Mario Di Puorto, 47 anni residente ad Anzola (BO); Luigi Fantarella 62 anni di Maddaloni; Angelo Ferraro 51 anni di Casal di Principe; Paolo Franco 53 anni di Giugliano; Giovanni Goglia 53 anni di Casal Di Principe; Antimo Iuliano, 35 anni di Marcianise; Francesco Antonio Landolfi 43 anni di San Nicola la Strada; Raffaele Marrandino 44 anni di Capua; Mariangela Masella, 51 anni di Napoli; Francesco Mercandante, 72 anni, di Napoli; Massimiliano Pagano, 49 anni San Cipriano d’Aversa; Fabio Pirozzi, 42 anni di Casal Di Principe; Alessandro Piscitelli 47 anni Santa Maria A Vico; Antonio Russo 67 anni di Caserta; Francesco Russo, 57 anni di Casal di Principe; Raffaele Santangelo 59 anni di Giugliano; Alfredo Taliento 50 anni di Casal di Principe; Esterina Tavoletta, 35 anni di Casal di Principe; Elio Trombettti D’Orta, 62 anni di Giugliano; Luigi Varone 51 anni di Caserta
La ricostruzione
Tutto è partito dalla denuncia presentata da alcune compagnie assicurative ma c’è anche la titolare di un centro medico Maria Masella (solo indagata, destinataria insieme a un altro coindagato di una richiesta di arresto domiciliare rigettata dal gip) che ha iniziato a collaborare facendo i nomi dell’organizzazione a Casal di Principe. Secondo l’accusa, al vertice dell’organizzazione, ci sarebbero Guglielmo e Gianluca Di Sarno, coadiuvati da altri presunti complici come Antonio Abatiello ed Emilio Acunzo. Un’organizzazione complessa, strutturata su più livelli e
composta da gure professionali apparentemente insospettabili: molti di loro, durante gli interrogatori preventivi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; altri hanno spiegato di non conoscere affatto i medici che nel
frattempo hanno anche lasciato gli incarichi nei pronto soccorso di Maddaloni e Marcianise, già dal 2019. I certicati fasulli molti dei quali anche disconosciuti o con rme aprocrife sarebbero serviti per le pratiche curate dai legali per i risarcimenti.
I centri diagnostici fantasma avrebbero prodotto esami strumentali inesistenti. Gli esami, secondo la Procura, servivano a dimostrare le presunte lesioni riportate dalle vittime dei falsi incidenti, rafforzando le richieste di risarcimento. Tra le strutture coinvolte spiccano il “Centro Medico Albatros”, l’”Istituto Fisioterapico Ortopedico” e altri centri diagnostici di Aversa, Casoria e Trentola Ducenta. Questi centri esistevano solo su carta o erano comunque privi delle autorizzazioni necessarie per operare. In alcuni casi, gli immobili erano stati già
sgomberati o utilizzati per altre attività. Secondo gli accertamenti, i centri erano gestiti da Raffaele Giordano e dal cognato Paolo Franco.
Gli investigatori hanno scoperto che molte di queste strutture erano intestate a prestanome in cambio di somme mensili, ma di fatto erano prive di personale qualificato e delle attrezzature dichiarate. Alcuni medici destinatari della misura dei domiciliari non lavoravano già da anni negliospedali di Marcianise e Maddaloni che giurano tra le parti lese. In cinque anni stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbero stati rmati 1.700 certicati medici ritenuti falsi guadagnando ogni volta tra duecento e mille euro.
Santa Maria Capua Vetere, truffe alle assicurazioni: 504 persone indagate
Quattro anni fa ai professionisti sono stati sequestrati complessivamente 660mila euro trovati su conti correnti o a casa tra San Nicola La Strada ed Aversa. Con i medici Domenico Fiorito, Gennaro Rondinone e Salvatore
Salvemini sono accusati anche gli infermieri Antonio Letizia e AngeloPalmieri ma la Procura sottolinea che sono tutti innocenti no a sentenza denitiva. Le false vittime di incidenti, persone perlopiù indigenti, cooptate dagli avvocati, percepivano in media 50 euro per farsi intestare falsi certicati medici per lesioni mai patite: quelle che non presentavano alcuna lesione pregressa venivano dirottate negli ospedali casertani. Chi invece poteva dimostrare di avere avuto degli infortuni andava anche altri ospedali e con la documentazione fasulla otteneva i certicati
necessari per la truffa. Per gli inquirenti ci sarebbe stato un danno di 4milioni di euro nel corso degli anni.
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