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Telefonano gli anziani: “Firmate per rifiutare le cure”

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Fa discutere il modo con cui i medici olandesi si prendono cura dei loro pazienti più anziani al tempo del coronavirus Come racconta il quotidiano Libero, in Olanda i dottori di famiglia chiedono a tutti i cittadini che abbiano superato una certa età di firmare un contratto a dir poco inquietante.

Al fine di evitare affollamenti all’interno degli ospedali, e soprattutto nei reparti di terapia intensiva, pare che le autorità sanitarie nazionali abbiano invitato i medici a contattare i propri assistiti per chiedere loro il da farsi di fronte alla malaugurata ipotesi di contagio.
E così, nelle ultime ore, sempre più senior olandesi ricevono telefonate in cui li si invita a prendere una decisione forte.

Per farla breve, questa potrebbe essere la forma della fatidica domanda medica: nel caso in cui tu dovessi incappare nel Covid-19 e la situazione dovesse aggravarsi, che cosa vuoi fare? Le opzioni sono due: essere curati con una “lunga ventilazione”, quindi con i respiratori, oppure, lasciare che la malattia faccia il suo corso.

Il motivo di una simile pratica sta nel fatto che gli ospedali olandesi iniziano a essere saturi. Nonostante la scelta di attuare un lockdown sui generis, il Paese deve fare i conti con più di 9mila casi accertati e con quasi 700 decessi. Ieri sera le misure per il contenimento del coronavirus sono stati inasprite, con il divieto di riunioni di più di tre persone fino al primo giugno. Tutti devono mantenere una distanza di almeno 1,5 metri dagli altri, anche ei negozi.

I sindaci possono chiudere parti della città dove queste regole non sono rispettate. Nel paese sono già chiusi scuole, bar, ristoranti e parrucchieri. La popolazione deve rimanere in casa, salvo che per andare al lavoro e fare la spesa.

Eutanasia o selezione naturale?

Gli istituti sanitari sono quasi al limite della capienza, dunque – hanno pensato gli scienziati – tanto vale che gli anziani attratti dall’idea del suicidio, qualora dovessero ammalarsi, cedano il posto letto che spetterebbe loro a qualcuno più giovane e con più probabilità di scampare alla malattia.

Insomma, siamo di fronte a una sorta di selezione naturale mascherata da eutanasia selettiva. Certo, il provvedimento è stato definito agghiacciante dal leader del Partito per la Libertà, Geert Wilders. Eppure il Parlamento olandese sta ragionando sull’introduzione del suicidio assistito per “vita completata”. Di che cosa si tratta? Di un’eutanasia non tanto dettata dalla mancanza di prospettiva di vita di un soggetto ma da una scelta puramente personale dello stesso, condizionata da un’età minima.

I citati anziani che ricevono le telefonate dei medici, tra l’altro, sono invitati a mettere nero su bianco la loro volontà. Queste persone sono costrette, in un certo senso, a prendere una decisione sotto forte pressione e con pesanti implicazioni di natura psicologica.

Ma c’è poco da stupirsi: quanto sta accadendo in Olanda non è altro che l’applicazione in una situazione di emergenza del concetto di eutanasia. Wilders ha chiesto l’immediato intervento del ministro della Salute e del vicepremier Hugo de Jonge ma al momento tutto tace sul fronte olandese. Nel frattempo i telefoni continuano a squillare.

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