Sembra che non vi siano offerte per la gestione dello Stadio Pinto, ed il Comune di Caserta, continua con i suoi “autogol”.
Ebbene sì, perché neanche la Casertana calcio ha partecipato al bando dell’amministrazione comunale, nonostante continua ad utilizzare l’impianto di viale Medaglie d’Oro, usufruendo gratuitamente delle stanze, i spogliatoi e tutti i luoghi di servizio, nonchè, ovviamente, il campo di gioco e le sue immediate attinenze.
Il presidente della società Giuseppe D’Agostino sottolinea che: “chi di dovere sapeva già che non avremmo partecipato al bando. Sappiamo bene quale struttura avremmo preso in consegna, e al giorno d’oggi non si può fare calcio a livello professionistico, senza strutture all’avanguardia.
Nei mesi scorsi il Pinto è stato oggetto di lavori per le universiadi che visibilmente ed è sotto gli occhi di tutti, ancora non sono state ultimate. Fra l’altro , hanno comportato com’è notorio l’abbattimento della curva sud e il rifacimento di spogliatoi e sala Stampa.
Ciò, continua il presidente, non rende l’impianto più appetibile e le opere sono servite giusto a consentire lo svolgimento delle gare delle Universiadi. Certo è stato fatto un buon lavoro per gli spogliatoi, ma ci ritroviamo con la curva sud buttata giù perché pericolosa, e la Nord che non è agibile e i distinti scoperti con il risultato che in caso di pioggia quasi nessuno verrà allo stadio. Per finire c’è un manto erboso che richiede cure continue e sostituirlo con un campo sintetico non è possibile se non hai l’affidamento della struttura. In queste condizioni osserva il presidente rossoblu era impossibile avere partecipanti.
Del resto, nell’intera provincia c’è carenza di strutture sportive, perché uno stadio, costruito da un comune utilizzando il pubblico danaro, rappresenta già una grande concessione al cospicuo popolo dei tifosi. Ma quello stadio, in quota parte, non è solo di proprietà dei medesimi, ma di ogni residente nella città in cui l’impianto insiste. Per cui, un sindaco ha il dovere di dar conto a tutta la popolazione, anche a quella parte di questa che non segue il calcio o lo segue senza fanatismo e che giustamente pretende che un’amministrazione tuteli la propria quota parte in quel bene pubblico.”
Anche se, a Caserta, tutto può essere possibile. Infatti, qualche settimana fa, il nostro sindaco, Carlo Marino, faceva quasi capire ai tifosi l’identità di chi si aggiudicherà la gara.
Peccato però, che a seguito del bando pubblicato, alla gara non si presenta nessuno. Tanto nulla cambia per le casse dissestate del comune, e neanche per la Casertana, visto che continua ad utilizzare gratuitamente stanze, spogliatoi e tutti i luoghi di servizio, nonchè, ovviamente, il campo di gioco e le sue immediate attinenze.
Un altra domanda ce la poniamo: perché un’altro presidente, quello della VolAlto Nicola Turco, che non avrebbe difficoltà, tenuto conto anche degli investimenti che ha fatto e sta facendo ancor di più quest’anno, per costruire una squadra degna di rappresentare questa città nel massimo campionato di pallavolo femminile, non sia interessato alla gestione del Palavignola visto che tutto ciò che sta facendo è notevole e molto gratificante per il nome di Caserta.
Una cosa si delinea però: che Carlo Marino arringa i tifosi, dando loro false speranze perché gli interessano i voti, il consenso, che sembra sia l’unica ragione di un’assunzione di responsabilità che invece dovrebbe essere collegata solo ed esclusivamente alla buona gestione e al pieno rispetto delle regole.
Nulla di diverso per la gestione del nuovo impianto sportivo del rione Vanvitelli,(ancora non è stata indetta una gara) che oggi, incustodito, viene utilizzato da tante persone, rischiando che qualora qualcuno si facesse male, il comune venga coinvolto, colpevole del fatto che non garantisce il divieto all’utilizzo di quel campo sportivo.
Così come quello del Santa Commaia, dove nonostante ci sia un vincitore di gara, i lavori non partono, a discapito di tutti i ragazzi del rione Acquaviva, che non possono usufruire di uno spazio per sviluppare la pratica sportiva e una corretta utilizzazione del proprio tempo libero.
Sembra che l’unico sport sopravvissuto è il basket perchè il Palamaggiò non è del comune. Infatti, Iavazzi ha preso in gestione l’impianto, garantendo la continuazione di una tradizione antica e storicamente strutturata, che fa perno sull’intramontabile brand Juvecaserta.
A nostro avviso, se questa fosse una città fiera di se stessa e in grado di superare le divisioni quando c’è da difendere e da alimentare un orgoglio di appartenenza, tutte le forze politiche, imprenditoriali e sportive si aggregherebbero attorno ad un grande progetto, lavorando insieme alle società più grandi, Casertana, Juvecaserta, VolAlto, che oggi calcano palcoscenici nazionali.
Sembra invece che il nostro sindaco si preoccupi più a soddisfare le necessità di pochi operatori che magari gli possono tornare utili a scopo politico-elettorale, comportandosi da padrone delle strutture. Infatti, a questa città, manca la sinergia, l’umiltà, la capacità di aggregazione imprenditoriale e soldi, che devono provenire da processi trasparenti, da una partecipazione del settore privato, che collabora con quello pubblico, in maniera pulita, senza avere tornaconti personali.
Ovviamente, continuiamo a chiederci perché il presidente D’Agostino non ha presentato l’offerta nella prima manche della gara? Forse si presenterà nella seconda chiamata, per avere a prezzi ribassati la gestione del Pinto? Chi lo sa? per il momento forza Casertana ma…Kest’è!
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