CASERTA – “Non sono candidabili – si legge nella proposta di regolamento per le candidature – coloro che ricoprono la carica di Sindaco di un Comune sopra i 20.000 abitanti e di componenti degli organismi esecutivi e assembleari delle Regioni, fatta eccezione per le Regioni che si trovino nell’ultimo anno di legislatura e i casi nei quali la Direzione Nazionale conceda, su richiesta del Segretario nazionale, una deroga espressa”. Rientra in questa eccezione, ad esempio, il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che si è già detto “a disposizione del partito” ed è in scadenza di mandato.
Una nuova grana per i segretari regionali chiamati entro il 2 agosto a concludere il loro lavoro “istruttorio” per la compilazione delle liste elettorali. Tra il 9 e l’11 la direzione nazionale approverà la lista dei Democratici e Progressisti per l’Italia 2027. Enrico Letta fa di necessità virtù e, complice una campagna elettorale dai tempi serrati, non lascia spazio a eventuali rese dei conti interne sul dossier più delicato per un segretario dem: la setsura delle liste.
L’ultima volta fu quella rimasta nella memoria come “la notte delle liste”, con l’elenco dei nomi scritto dall’allora segretario Matteo Renzi nel chiuso del suo studio al Nazareno, con i big del partito ad attendere fuori dalla porta. Si sfiorò la seconda scissione in pochi mesi, dopo l’uscita degli esponenti che andarono a formare Articolo Uno. Questa volta avverrà tutto nella massima trasparenza, avverte il segretario, con il voto della direzione a una lista di candidati e candidate che si ispirerà a due criteri: protagonismo dei territori e parità uomo-donna. “La legge sull’equilibrio uomo-donna c’è e si applica, noi la applicheremo. Perché tutto è trasparente. Dobbiamo essere trasparenti e non fare errori”, è il monito del leader dem per il quale “l’unico imperativo è metterci nella postura migliore per avere un seggio in più. Per me la composizione che i segretari regionali, le capogruppo e i gruppi parlamentari rispetto al rinnovamento necessario è essenziale. Ma bisogna che dai livelli territoriali e regionali venga fatto un buon lavoro, facendo le scelte giuste e non scaricare le responsabilità su altri”.
E perché il messaggio sia chiaro, Letta sottolinea: “Ci sono 30 collegi al Senato e 60 alla Camera da cui dipenderanno le elezioni. Siamo sotto di 5-8 punti, dobbiamo scegliere il candidato giusto. E la gente va a vedere se c’è il paracadute oppure no. Ognuno di voi rifletta su come dare una mano e non essere un problema o piantare paletti per vedere se poi qualcuno li toglie”. Un tema che si tira dietro quello delle alleanze. Quella del segretario è una indicazione improntata al pragmatismo. “Le alleanze saranno solo elettorali”, spiega Letta. Poi, ognuno si assumerà le responsabilità delle proprie scelte di programma. “Dobbiamo toglierci dalla testa il ragionamento ‘se quello sta con voi non vi voto’. Noi siamo responsabili per la nostra lista, per quello che siamo noi, per il nostro programma”. D’altra parte, con il Rosatellum c’è poco da fare gli schizzinosi. O ti allei o non vinci nei collegi uninominali.
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