CASERTA – Nulla togliere alle qualità artistiche di Enzo Avitabile e alle qualità imprenditoriali dei fratelli Andrea e Mario Aragosa,ma una striminzita rassegna che ora durasolo 4 giorni che è costata 200mila euro, in pratica 50mila euro al giorno, lo affermo da adetto ai lavori che con questi soldi si poteva riesumare e far tornare in vita i Qeen.
Al sottoscritto l’ atto amministrativo del comune di Caserta, con l’asilio del futuro CANDIDATO SINDACO CASALE, attualmente vicesindaco e assessore ai grandi eventi, che con i nostri soldi, soldi pubblici sta allargando le sue amicizie, per la sua prossima leggittima aspirazione, consentitemi a me fa risalire la bile; un Andrea Aragosa, manager e procuratore di Avitabile, cioè del direttore artistico, e infine Back Tarantella che si accaparra per l’ennesima volta una ‘tarantella’ di 200mila euro a cui partecipa in totale solitudine, è indicibile.
Cari lettori vi spieghiamo, se non vi è chiaro, come il comune di Caserta ha affidato questo servizio alla società della famiglia Aragosa.
Riannodiamo il nastro degli eventi: a suo tempo, riteniamo qualche mese fa, il comune di Caserta lancia la “solita” indagine esplorativa allo scopo di verificare se ci siano altre imprese specializzate disponibili a formulare un’offerta in concorrenza a quella già “in forno” di Black Tarantella.
Oltre a questa, sono dunque contattate esplorativamente altre tre aziende, tra le quali c’è la Promomusic di Tonino Palmieri, società che proprio nel 2019 aveva lavorato insieme ad Avitabile e Aragosa per quell’edizione di Settembre Al Borgo e che evidentemente dopo un periodo un pò tempestoso deve aver recuperato un buon rapporto sia con Avitabile che con i fratelli Aragosa. Non proprio l’esempio di una concorrenza agguerrita, potremmo dire così.
Delle quattro imprese contattate dal comune di Caserta, secondo quello che scrive il dirigente Francesco Biondi, risponde solo la Black Tarantella che, quindi, si trova a aver in mano il servizio per l’esecuzione degli spettacoli di Settembre Al Borgo al prezzo che ha deciso in partenza.
Non essendoci concorrenza, non c’è nessun ribasso. In effetti, formalmente, l’indagine esplorativa effettuata dal comune di Caserta, fallisce e questo consente a mister Franco Biondi di tirare fuori dal taschino quello che probabilmente aveva già in testa, cioè il numerino delle norme guida degli appalti pubblici, nello specifico l’articolo 63 comma 2, lettere a e b del Codice degli Appalti, contenuto nel decreto legislativo numero 50 del 2016, che recita: “Nel caso di appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, la procedura negoziata senza previa pubblicazione può essere utilizzata: qualora non sia stata presentata alcuna offerta o alcuna offerta appropriata ne alcuna domanda di partecipazione o alcuna domanda appropriata, in esito all’esperimento di una procedura aperta o ristretta, purchè le condizioni iniziali dell’appalto no siano sostanzialmente modificate”
Questo per quanto riguarda la lettera a. Ma siccome Biondi è un artista a creare cortine fumogene che danno l’idea di aver messo cammino procedure ineccepibili, ci inserisce anche un pò della lettera b dello stesso comma 2 dell’articolo 63: “(…) quando i lavori, le forniture o i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato operatore economico per una delle seguenti ragioni”.
Di queste “seguenti ragioni“, è opportuno citarne una: “1. lo scopo dell’appalto consiste nell’acquisizione o creazione di un’opera d’arte o di una rappresentazione artistica unica”.
E ancora: “(..) Le eccezioni di cui ai punti 2 e 3 si applicano solo quando non esistono altri operatori economici soluzioni alternative ragionevoli e l’assenza di concorrenza non è il risultato di una limitazione artificiale dei parametri dell’appalto.”
Il codice non dovrebbe limitarsi a citare come eccezione la modalità di un appalto, costruito in una certa maniera in modo da escludere la possibilità di partecipazione di concorrenti scomodi per l’impresa “simpatica” a chi gestisce l’ambaradan. Dovrebbe aggiungere altro e dovrebbe occuparsi il legislatore delle modalità attraverso cui il dirigente svolge questa sua indagine esplorativa, finalizzata a mettere sul tavolo diverse proposte artistiche ed economiche.
Perchè troppo spesso succede che, in un numero ics di imprese invitate, sia solo una a rispondere.
Comunque, lo specialista Franco Biondi, applica l’articolo 63, comma 2, lettere a e b e dunque affida, a conclusione di una procedura negoziata in quanto non è stata presentata alcuna offerta appropriata. Ovviamente, siccome una roba del genere avrebbe potuto chiaramente suscitare sospetti, Biondi ha puntellato ulteriormente la sua scelta di applicazione della procedura negoziata. E per renderla ineluttabile ha applicato anche la lettera b, fornendo una qualificazione ben precisa all’attività oggetto della sua procedura, quale momento di espressione artistica in cui l’affidamento con procedura negoziata, leggi diretto, di un appalto, in questo caso la kermesse Settembre al Borgo, ad un solo operatore economico, diventa quasi un atto dovuto.
Poi c’è un’eccezione finale del comma 2 lettera b di cui abbiamo appena parlato e che comunque ricostituisce l’elemento della concorrenza quale linea guida, struttura portante di una procedura di affidamento, anche quando questa riguarda opere d’arte e affini.
Quindi, Biondi ci dice che lui ha fatto questo affidamento diretto a Black Tarantella perchè non poteva fare diversamente, perchè Settembre al Borgo è opera artistica e perchè si sono create le condizioni anche di tipo economico che non hanno costituito un quadro realmente opzionale tra diverse offerte concorrenziali tra di loro.
Ma scusate, questo Biondi non è sempre quel Biondi che firma centinaia e centinaia di affidamenti diretti nel settore dell’edilizia, delle attività imprenditoriali che con l’arte non c’entrano nulla? Insomma se la sarebbe anche potuto anche risparmiare questo richiamo alla lettera b del comma 2 dell’articolo 63.
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