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Sesso a pagamento all’Ospedale Civile di Caserta

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Sesso a pagamento all'Ospedale Civile di Caserta

Sesso a pagamento all’Ospedale Civile di Caserta. All’interno dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano ci sarebbe un bel giro di prostituzione. La denuncia sconvolgente  arriva dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli, che questa mattina è intervenuto su Radio Marte durante il programma  La Radiazza , l’esponente dei Verdi ha affermato: “Negli ultimi giorni,  sono arrivate diverse segnalazioni/denuncia che raccontano di uno squallido giro di prostituzione che coinvolgerebbe alcune professioniste dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta“.

Sesso a pagamento all’Ospedale Civile di Caserta

Un ascoltatore de La radiazza di Gianni Simioli ha confermato l’esistenza di una vera e propria organizzazione

Il componente della Commissione sanità ha raccontato che “a La radiazza di Gianni Simioli è arrivata la telefonata di un ascoltatore che, nei fatti, ha confermato l’esistenza di una vera e propria organizzazione che andrebbe al di là quanto scoperto al Loreto mare dove, nei giorni scorsi, è stata scoperta una stanza per incontri hot, seguendo l’esempio del Cardarelli di qualche anno fa”. “Il radioascoltatore ha raccontato di essere stato adescato con la scusa di un caffè che si è poi trasformato in un rapporto sessuale consumato in un bagno del reparto al costo di 50 euro” ha continuato Borrelli aggiungendo che “la prostituzione avverrebbe in alcuni ambulatori che, di notte, sono chiusi, ma anche nelle scale di emergenza che non sono frequentate, soprattutto nelle ore notturne”.

Borrelli verifica immediata

Borrelli ha poi chiesto ai vertici dell’ospedale casertano di fare una verifica immediata, magari rivedendo anche i filmati delle videocamere di sorveglianza per capire se hanno ripreso qualcosa che potrebbe essere utile ad accertare le denunce e identificare le responsabili che devono essere licenziate immediatamente visto che, con la loro “assenza”, metterebbero anche a rischio la vita dei pazienti che potrebbero non ricevere l’assistenza immediata in caso di necessità”.

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