Il traffico illecito di rifiuti colpisce l’ambiente e la salute pubblica, e un nuovo episodio in questo senso è stato registrato dai carabinieri della stazione di Santa Maria Capua Vetere. In un terreno di San Tammaro sono stati rinvenuti legno, plastica, scarti edili vari, elettrodomestici e materiale ferroso, elementi che, se non rimossi, potrebbero comportare gravi rischi per l’ecosistema e per la salute dei cittadini.
Il sequestro dei rifiuti è stato disposto dalla polizia giudiziaria e convalidato dal gip Pasquale D’Angelo, il quale ha sottolineato il pericolo concreto che potrebbe derivare dalla prosecuzione dell’attività illecita in quella zona. L’ordinanza si fonda sull’art. 255, comma 1, del D. Lgs. 152/2006, che punisce chiunque compia l’abbandono di rifiuti con ammende che vanno da mille a diecimila euro, pena che può essere raddoppiata in presenza di rifiuti pericolosi – come frigoriferi, motori, tubi al neon o materiali contenenti amianto.
La misura cautelare adottata, sebbene temporanea, riveste un’importanza vitale nel contrastare il traffico illecito e la gestione irresponsabile dei rifiuti speciali. Chi riceve un’ordinanza di rimozione non può sottrarsi all’obbligo lamentando la situazione di sequestro dell’area, ma deve attivarsi per ottemperare all’ordine impartito dalle autorità competenti.
Un ulteriore elemento di riferimento per questo tipo di accertamenti è rappresentato dalla recente pronuncia della Corte di Cassazione, nella sentenza del 6 marzo 2024, n. 9461. In quel caso il titolare di un’azienda è stato condannato ai sensi dell’art. 255 del D. Lgs. 152/2006 per non aver eseguito l’ordine del Sindaco di rimozione dei rifiuti abbandonati nell’area aziendale, ai sensi dell’art. 192 dello stesso decreto. La giustificazione basata sulla mancanza di “diretta disponibilità sull’area” non è risultata legittima, stabilendo un importante precedente nell’ambito della tutela ambientale e della gestione dei rifiuti.
Questo intervento delle forze dell’ordine e la conseguente convalida del sequestro rappresentano un segnale forte per chiunque intenda continuare a trascurare le norme in materia di gestione dei rifiuti. La salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica richiede, infatti, un’azione tempestiva e risoluta, capace di interrompere definitivamente il circolo vizioso dell’illegalità in questo settore.
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