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A scuola: ‘il nostro compagno disabile è senza l’assistenza? Ce ne andiamo’

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Una solidarietà partecipata che ha commosso i genitori del bambino disabile. In seicento, tra ragazzi e parenti insieme a tanti cittadini del quartiere, hanno fatto sentire la loro voce.

Se Cristiano deve uscire due ore prima da scuola perché non ha l’assistenza allora usciamo tutti. Detto fatto. Pochi giorni fa, la campanella alla “Montessori” di viale Adriatico a Roma è suonata prima non solo per il compagno disabile ma anche per gli altri bambini: un atto di solidarietà deciso dalle mamme e dai papà di questa scuola e di altre sei del Municipio III.

Alle 14,20 sono rimasti in classe solo cinque alunni, gli altri hanno fatto “compagnia” a Cristiano e alla sua mamma manifestando davanti alla scuola con cartelli e slogan.

“Oggi siamo usciti tutti insieme a Cristiano. Questa è la Buona Scuola, una comunità che si sostiene. Possiamo dire che l’adesione è stata al 100%. E’ arrivata tanta gente a portarci solidarietà, anche da altri quartieri. Persino qualche insegnante è sceso in strada con noi al termine delle lezioni. Speriamo che questa manifestazione simbolica apra un canale con il Comune e con il ministero dell’Istruzione per fare in modo che i casi in questi scuola si affrontino al più presto. Ai tagli sugli insegnanti di sostegno fatti dalla riforma si è cercato di rispondere con gli assistenti educativi culturali ma spesso le amministrazioni non hanno i soldi per pagarli. Nella nostra scuola sono 31 gli alunni che necessitano di un sostegno. A Cristiano in maniera informale è stato consigliato di uscire prima: i bambini, invece, hanno diritto a stare a scuola. Tutti.”.

Un appello lanciato da mamme e papà consapevoli: “La figura dell’assistente – hanno spiegato – è importante perché in quelle classi dove sono presenti alunni con esigenze particolari, garantiscono il delicato lavoro di accompagnare i ragazzi in un percorso di crescita collettiva limitando l’isolamento, stimolando la cooperazione. La loro presenza non è importante solo per gli alunni disabili ma per tutto il gruppo classe”. Intanto oggi i genitori hanno dato una bella lezione di civiltà: “Mia figlia è uscita. C’eravamo tutti. La nostra – spiega Valentina  – è una scuola montessoriana e su questi concetti di cittadinanza partecipata le insegnanti ci credono. Cristiano ha fatto la scuola dell’infanzia con mia figlia, per noi è stato normale aderire a questa iniziativa perché siamo una grande famiglia. Sia chiaro: non è una battaglia contro il sindaco. La nostra scuola prevede il tempo pieno per tutti: uscire prima è fuori dalla filosofia stessa degli ideali del nostro istituto”.
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