Scenderanno dalla giostra, o altro giro altra corsa?

Quello che subiamo riguarda una situazione che, purtroppo, non è rara in Italia e in altre realtà dove la criminalità organizzata ha radici profonde nelle istituzioni pubbliche.

La voce che circola a Palazzo Castropignano sembra indicare che, pur riconoscendo la presenza di infiltrazioni criminali all’interno del comune di Caserta, non si arrivi a un vero e proprio scioglimento dell’amministrazione, ma si proceda con una mera formalizzazione della situazione, senza interventi concreti.

L’infiltrazione della criminalità organizzata, com’è nota, non riguarda solo l’aspetto più visibile dei clan camorristici e dei loro prestanomi, ma si estende in modo molto più sottile e pericoloso. Quando la criminalità si intreccia con la burocrazia e l’amministrazione, come nel caso dei colletti bianchi, diventa un fenomeno particolarmente difficile da combattere. La corruzione, in queste situazioni, non è più solo un illecito, ma diventa parte integrante di come vengono gestiti gli appalti, i contratti pubblici e le risorse economiche destinate alla collettività.

Lo scioglimento di un’amministrazione comunale, seppur in casi come questo dovrebbe essere una misura per garantire la legalità e ripristinare la fiducia nei cittadini, spesso è considerato un atto estremo e non sempre intrapreso. Se non viene preso, la domanda è: come si può garantire un vero cambiamento? La soluzione non sta solo nel riconoscere la presenza della criminalità, ma nel fare scelte che possano effettivamente interrompere questi circuiti di corruzione.

Sarebbe interessante capire se ci sono sviluppi più concreti o eventuali azioni in corso che possano risolvere questa situazione a livello locale.

Gradiremmo sapere nei commenti cosa ne pensa il lettore del fatto che venga semplicemente riconosciuto il problema senza però prendere misure drastiche