A Tribunale di Catania è iniziata oggi 3 ottobre, l’udienza preliminare del processo contro il leader della Lega, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di 131 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti.
L’udienza potrebbe tenersi in una o più sedute: è quella fase del processo penale in cui il giudice per l’udienza preliminare (gup) decide se rinviare a giudizio l’imputato e quindi dare inizio alla fase del dibattimento processuale, oppure proscioglierlo e archiviare il processo.
Se Salvini venisse rinviato a giudizio rischierebbe fino a 15 anni di carcere.
Secondo le prime notizie che arrivano dall’udienza – che si terrà a porte chiuse – la procura di Catania ha chiesto di nuovo, per la terza volta, l’archiviazione dell’accusa contro Salvini.
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Aggiornamento
L’udienza preliminare a carico di Matteo Salvini per il caso Gregoretti è stata rinviata al prossimo 20 novembre, quando verranno sentiti anche il premier Giuseppe Conte e l’ex ministro Danilo Toninelli.
Una vittoria per il leghista: viene dato credito alla linea difensiva, la responsabilità fu di tutto il governo. E non solo, perché il 4 dicembre sarà la volta di Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese.
Dopo la decisione del gup Nunzio Sarpietro, il segretario della Lega si è presentato in conferenza stampa al fianco di Giulia Bongiorno.
La quale in qualità di avvocato ha fatto il punto della situazione e ha messo in grave imbarazzo il tribunale dei ministri: “C’è stato un errore di traduzione dall’inglese.
Il tribunale dei ministri sostiene che la normativa europea prevede che è obbligatorio far sbarcare nell’immediatezza e indica la frase in inglese da cui è tratta, ma il termine ‘until’ non richiama l’immediatezza bensì i tempi ragionevoli, la flessibilità in base agli accordi con gli Stati membri. Quindi l’obbligo di sbarco immediato non esiste”.
Poi la Bongiorno ha ribadito che la procedura che è stata utilizzata per la Gregoretti non è stata un’iniziativa estemporanea di Salvini: “Non era impazzito, la scelta di attendere prima di far sbarcare i migranti si inseriva nell’ambito di una procedura prevista nel contratto di governo e nel consiglio europeo del 18 giugno 2018.
In particolare abbiamo segnalato che il tribunale sbaglia a ritenere l’attesa una scelta di Salvini finalizzata al sequestro, a riguardo abbiamo un testimone estremamente chiaro”.
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