In questi giorni se il clima meteorologico è stato ghiacciato, quello politico a Caserta, nei gruppi che si stanno strutturando per le prossime elezioni comunali il clima è già caldo. Non ci sono ancoradate certe per la chiamata alle urne dei cittadini e la campagna elettorale potrebbe protrarsi fin alla primavera o fino a settembre. Tutto dipende dagli andamenti relativi alla pandemia.
“Sicuramente questo momento difficile è stata la goccia a far tracimare il fatidico vaso, dopo mesi di immobilismo in cui abbiamo tutti assistito e subìto una contrazione della vita sociale e lavorativa e a spronare in me questo forte richiamo civile; per decidere con assoluta convinzione di scendere in campo per Caserta in vista del cambio di guardia che molti cittadini si aspettano, per dare una svolta alle sorti della nostra città”. Così esordisce Roberta Pirozzi, napoletana, ma da più di 30 anni ormai casertana d’adozione. Sarà quell’empatia tipica partenopeache ha rivisto nell’impegno appassionato e costante di Ciro Guerriero, (da anni attivo sul campo ad individuare le esigenze tra le voci dei casertani e le inadempienze comunali) che l’ha entusiasmata e convinta a sostenere “l’unico candidato possibile per Caserta che possa realmente rispondere alle esigenze di una città che va salvata dal degrado, l’abbandono e il deserto dopo anni di amministrazioni insufficienti causa di sfiducia e pessimismo diffuso”.
Pirozzi sostiene che una città delle dimensioni come Caserta si potrebbe gestire abbastanza agevolmente e restituirle la dignità che merita proprio con un sindaco come Guerriero, capace di ascoltare i cittadini, attento alle piccole cose erealmente presente per migliorarne le condizioni di vita. Del resto le virtù principali che consentono di assurgere allo status di primo cittadino dovrebbero essere proprio un insieme di decisionismo, serietà, professionalità e senso di responsabilità. Certo non sarà impresa facile per chi dovrà ricominciare dai punti principali più urgenti, come le strade, la circolazione stradale, la sistemazione degli spazi verdi, la gestione dei parcheggi, la mobilità, il trasporto pubblico, l’illuminazione…
Nei prossimi mesi saranno comunicati nel dettaglio il programma completo del movimento di Caserta Kest’è che includerà altri punti nevralgici come la sicurezza urbana e i servizi al cittadino.
“Credo che sia necessario guardare anche oltre l’orizzonte e dare una prospettiva alla città e ai cittadini favorendo attraverso programmi puntuali la creazione di posti di lavoro”.Sembrerebbe un pensiero troppo ambizioso di questi tempi, ma Roberta Pirozzi è sicura che si possano individuare e sviluppare, dei sistemi affinchè la città di Caserta possa aumentare il proprio sex appeal ora visibilmente sfiorito. “Ad esempio reinventando un cluster culturale attraverso le università… o qualcosa che abbia a che fare con le risorse tipiche del nostro territorio… (Non vuole svelarci subito troppi dettagli di un programma di idee a cui sta ancora lavorando e perfezionando). Oggi per attrarre ricchezza in una città e pensare di poter generare posti di lavoro, la città deve favorire lo sviluppo e l’insediamento o il ripristino di aziende capaci di fare innovazione di valore per i propri clienti – offrendo qualcosa di unico- attraverso un uso intensivo della componente umana, della creatività e l’ingegno.”
Un altro progetto ambizioso, già sviluppato o in via di sviluppo in molte città italiane, che Roberta Pirozzi vorrebbe mettere a fuoco per la città di Caserta ha a che fare con la cittadinanza attiva per i beni pubblici che permetterebbe di invitare e motivare i cittadini a diventare custodi della bellezza della propria città. Il principio di sussidiarietà è regolato dall’articolo 18 della Costituzione italiana il quale prevede che Stato, Regioni , Province, Città metropolitane e Comuni favoriscano l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà. Attraverso un patto di collaborazione con le istituzioni – attività integrativa e non sostitutiva – ogni cittadino liberamente potrebbe prendersi cura dei beni comuni materiali o immateriali da individuare. La cura degli stessi diventerebbe la pre-condizione per la sopravvivenza del sistema economico, sociale e culturale. “Tutto ciò rafforzerebbe il senso di cittadinanza e di appartenenza alla comunità, aumenterebbe la qualità della vita, produrrebbe capitale sociale e beni di relazione ed integrazione, derivati da operazioni in modalità di condivisione”.
Insomma Roberta Pirozzi è seriamente armata di competenze, entusiasmo e immaginazione fondamentali per superare le difficoltà che stiamo attraversando tutti di questi tempi.
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