Il Reddito di cittadinanza avrà dei “filtri” anti-furbetti. È una delle novità contenute nella bozza della misura bandiera del Movimento Cinque Stelle. Il primo di questi paletti servirà ad impedire che un lavoratore si licenzi per poter ottenere il sussidio e, magari, poi continuare in “nero” la sua opera. La bozza del decreto sul Reddito prevede che non avranno accesso al sussidio «i nuclei familiari che abbiano tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni», fatti salvi ovviamente i casi di giusta causa. Una norma ad hoc, poi, sarà inserita per evitare le separazioni o i divorzi di comodo. «I coniugi», si legge nella bozza del provvedimento, «permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione».
Dunque, fin quando saranno sotto lo stesso tetto due persone anche se separate o divorziate saranno considerate, ai fini del Reddito di cittadinanza, come marito e moglie. Un altro paletto anti-furbetti, poi, riguarda i figli. La si potrebbe definire una sorta di clausola “anti-bamboccioni”. Per impedire che i figli si stacchino dai nuclei familiari per incassare il reddito andando a vivere da soli ed evitando così che il reddito dei genitori inibisca l’accesso a quello di cittadinanza, la norma prevede che un figlio maggiorenne è considerato comunque a carico della madre e del padre se ricorre anche solo una di tre condizioni. La prima è che sia minore di 26 anni. In questo caso è sempre considerato sulle spalle dei genitori. Un modo anche per non erogare il Reddito agli studenti fuori sede. La seconda è che sia «nella condizione di essere a loro carico ai fini Irpef».
Da quest’anno sono considerati fiscalmente a carico i ragazzi fino a 24 anni che hanno un reddito fino a 4 mila euro, e quelli oltre i 24 anni che hanno un reddito massimo di 2.840 euro. Infine, terza condizione, il figlio è considerato comunque a carico dei genitori se, pur non abitando più con loro, non ha a sua volta figli.
Il Reddito di cittadinanza andrà anche ai cittadini stranieri di Paesi extraeuropei in possesso di un permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno cinque anni. È previsto anche che il Reddito non possa essere erogato a chi si trova in uno stato di detenzione, e a chi si trova ricoverato in strutture di cura i cui costi sono completamente a carico dello Stato.Non si terrà conto solo dell’Isee complessiva che non potrà superare i 9.360 euro, ma anche un reddito familiare che non potrà oltrepassare i 6 mila euro (per un single) elevati in base alla composizione del nucleo familiare fino a un massimo di 12.600 euro. Il reddito di cittadinanza sarà istituito «a decorrere dal mese di aprile 2019» e il sostegno decorrerà «dal mese successivo a quello della richiesta». Si potrà beneficiare del nuovo sostegno al reddito «per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi» rinnovabile «previa sospensione dell’erogazione per un mese prima di ciascun rinnovo». L’assegno non sarà di 780 euro, ma di 500 euro. Funzionerà come una integrazione al reddito. Se, per esempio, le entrate mensili sono di 200 euro, si aggiungeranno solo altri 300 euro. A 780 euro arriverà soltanto chi non abita una casa di proprietà ma deve pagare un affitto.
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