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Primo via libera della Camera, la ‘mini naja’ di sei mesi

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Con il via libera di mercoledì della Camera alla cosiddetta «mini-naja» (453 sì, 10 no e sei astenuti), si è avviato un progetto sperimentale di percorsi formativi non retribuiti in ambito militare destinato a giovani volontari tra i 18 e i 22 anni di età, della durata di sei mesi.

Hanno votato a favore, oltre la maggioranza M5S-Lega, anche Fratelli d’Italia, Forza Italia e Pd. Contrario Leu, che ha definito la proposta una «legge assolutamente discriminatoria» in quanto rivolta solo ai giovani italiani e si prevede una sorta di «giuramento di fedeltà alla Costituzione».

Il testo ora dovrà essere sottoposto all’esame del Senato.

L’obiettivo

Di che cosa si tratta? L’idea di chi ha proposto la mini naja in Parlamento, e cioè Forza Italia, primo firmatario Matteo Perego di Cremnago, è quella di offrire alle giovani generazioni l’opportunità di conoscere direttamente, attraverso un periodo di permanenza di almeno sei mesi nelle Forze armate, i valori, la disciplina, la storia e la specificità dell’ordinamento militare.

Non ha dunque niente a che fare con forme di leva obbligatoria, che Matteo Salvini aveva ipotizzato «per imparare un po’ di educazione» o in chiave anti-terrorismo. Qui invece si tratterebbe, in concreto, di corsi di studio in modalità e-learning; permanenza presso le strutture formative, operative e addestrative delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri, comprese le scuole e le accademie militari; forme di apprendimento pratico.

Per accedere al progetto è necessario essere cittadini italiani, godere dei diritti civili e politici, che non ci siano state condanne per delitti non colposi e procedimenti penali in atto per delitti non colposi, si sia in possesso di diploma di istruzione secondaria di secondo grado e che non si sia stati sottoposti a misure di prevenzione, così come è necessario non aver tenuto nei confronti delle istituzioni politiche dello Stato comportamenti che non diano garanzia di assoluta fedeltà alla Costituzione e alle esigenze di sicurezza nazionale.

Infatti, a seconda dell’età e del grado di istruzione dei partecipanti, si affronterà tra l’altro il tema delle principali minacce alla sicurezza interna e internazionale, anche attraverso la partecipazione a seminari di studio.

L’attestato

Al termine del percorso formativo di sei mesi, l’amministrazione della Difesa rilascerà un attestato che potrà essere usato dai giovani nella fase in cui si cercherà lavoro e sarà titolo valutabile ai fini della nomina a ufficiale di complemento. ù

Lo svolgimento con esito positivo del progetto sperimentale di formazione in ambito militare consentirà, inoltre, l’acquisizione di un massimo di 12 crediti formativi universitari.

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