Forse vedo marcio e mercimonio ovunque, ma caspita questi ‘svergognati’ non portano rispetto neppure ai loro morti
In questa città di ignavi, il fatto che in un luogo simbolico della “pietà” cittadina, come il “cappellone” del cimitero di Caserta—dove sono sepolti centinaia di defunti—sia stata installata un’antenna per la telefonia mobile, non muove nessuna reazione
Nel secondo caso, però, siamo di fronte a una situazione che potrebbe tranquillamente essere il contenuto di un romanzo sulla rovina dell’essere umano, quando il desiderio di guadagno e l’avidità prendono il sopravvento su qualsiasi concetto di decenza e rispetto.
Una cosa, tuttavia, è certa: ai defunti di Caserta bisogna confermare il sostantivo dell’eterno, ma rimuovere l’aggettivo che lo precede: l’eternità c’è, ma ciò che manca è il “riposo”.
Infatti, se decidi di installare una pesante antenna per telefonia mobile, un impianto grande e non proprio leggero, è chiaro che questo avrà un impatto sul solaio sottostante. E non stiamo parlando di un solaio di una palazzina residenziale, progettato per reggere carichi ordinari, ma di una struttura che dovrebbe essere concepita per sostenere pesi molto più elevati, come quello di una terrazza di una casa abitata.
Dalle foto che abbiamo scattato, non è facile comprendere l’invasività dell’impianto, poiché si nota da lontano. Cercheremo comunque di avvicinarci per offrire una visione più precisa e far capire meglio il problema.
Continuiamo a mantenere l’ipotesi di un nostro avvicinamento alla pazzia, in alternativa alla più plausibile idea di un “branco” di malfattori.
Scherzi a parte, il nostro scopo rimane quello di documentare e denunciare le condizioni vergognose che affliggono questa parte della città. Le pozzanghere che invadono le scale e i corridoi del cappellone sono un’umiliazione per la pietà di Caserta, gli ascensori che non vengono resi funzionanti, non di meno come lo sono le disastrose condizioni dei piani più alti. Sebbene la foto dell’impianto sul tetto non sia così chiara come quella degli allagamenti, siamo determinati a proseguire la nostra inchiesta.
Come sempre, vi confermo che il Guerriero c’è non si fermerà e andrà fino in fondo
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