Una quattro giorni carica di emozioni per una svolta storica. Al termine dello storico summit in Vaticano per la protezione dei minori, che per la prima volta ha mostrato al mondo una Chiesa non più barricata in difesa sulla vergognosa questione della pedofilia ma pronta, sulla scorta dell’ascolto delle vittime, ad adottare “misure concrete” contro il ripetersi degli abusi sessuali e per la punizione dei colpevoli, papa Francesco ha indicato un percorso in otto punti, atti a “collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità”. Nel suo articolato discorso finale, dopo la messa conclusiva nella Sala Regia, Bergoglio è partito dall’analisi dei dati disponibili sulla massiccia diffusione nel mondo della piaga degli abusi, in contesti come le mura domestiche, la scuola, lo sport, e oggi anche il web e il turismo sessuale. Ma ha avvertito: “Dobbiamo essere chiari: l’universalità di tale piaga, mentre conferma la sua gravità nelle nostre società, non diminuisce la sua mostruosità all’interno della Chiesa”. Anzi, “la disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica”.
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