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Pazienti lasciati allo sbaraglio, la camera iperbarica dell’AORN

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CASERTA – La cessazione di questo servizio sanitario all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta rappresenta un serio problema per decine e decine di pazienti con cicli di terapie ancora lunghi da fare. A questi pazienti è stato detto di prenotare il trattamento in altre strutture.

La decisione tramite una circolare di un paio di settimane or sono, interna dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, ha reso ufficiale la chiusura della camera iperbarica per un periodo stimato di due anni.

Più precisamente la comunicazione riferiva che da ieri – 15 giugno – sarebbero state sospese le prestazioni di ossigenoterapia e da domani – 17 giugno – sarebbero cominciati i lavori di demolizione di quell’area, affinché si possano procedere con l’ampliamento dell’ospedale finanziato con i fondi del Pnrr.

Una camera iperbarica è un luogo fisico, presente negli ospedali e nelle cliniche mediche più moderne, al cui interno il paziente può respirare ossigeno puro o aria compressa ricca di ossigeno, a livelli di pressione decisamente superiori a quelli presenti nell’ambiente. Il trattamento in camera iperbarica, meglio noto come ossigenoterapia, è indicato in svariate condizioni mediche, per esempio la malattia da decompressione, l’embolia gassosa, l’anemia severa, l’avvelenamento da monossido di carbonio, la sindrome compartimentale, la cancrena gassosa, le ustioni, l’ascesso cerebrale e le infezioni necrotizzanti.

La camera iperbarica di Caserta è stata un punto di riferimento per chi, in Molise e in Abruzzo, non dispone di luoghi sul territorio in cui eseguire terapie simili, ma anche per chi dal Lazio non riesce ad usufruire del trattamento per le liste d’attesa di mesi al Cup.

Ciò non tiene conto dell’affollamento delle altre camere iperbariche della Campania (va considerato che anche l’intera provincia di Benevento ne è sprovvista). Da Avellino, per esempio, la responsabile dell’ossigenoterapia ha già fatto sapere che al momento la struttura non è in grado di accogliere alcun paziente che arriverebbe da Caserta.

Per garantire la continuità delle cure, fanno sapere dall’ospedale di Caserta, è stata firmata una convenzione con l’ospedale “Santobono” e si attende una conferma positiva dal Policlinico Federico II, dopo un accordo verbale.

Seguiremo la vicenda nella sua evoluzione.

 

 

 

 

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