CASERTA/ Nuova variante del Covid individuata in Sudafrica, la B.1.1.529, è stata chiamata Omicron dall’Oms. L’organismo Onu l’ha classificata come «preoccupante».
Intanto, c’è un primo caso in Belgio, e in Europa, della nuova variante sudafricana del virus. Lo rendono noto i media belgi. Si tratterebbe di una giovane donna adulta che ha sviluppato i sintomi 11 giorni dopo aver viaggiato in Egitto attraverso la Turchia. Non aveva alcun collegamento con il Sudafrica o con qualsiasi altro paese del sud del continente africano. La paziente aveva una carica virale elevata al momento della diagnosi. Non era vaccinata, né era stata infettata in passato.
Intanto cè il primo caso, è stato individuato in Campania. L’uomo, 55 anni e vaccinato con 2 dosi, presenta pochi sintomi. Cinque familiari, che non mostrerebbero sintomi, sono in isolamento. “Il paziente e i suoi contatti familiari sono in buone condizioni di salute”, comunica l’Istituto superiore di Sanità in una nota. Il dirigente d’azienda della provincia di Caserta è rientrato nei giorni scorsi dal Mozambico, è atterrato a Milano ed è risultato positivo al Covid-19 con una sequenza genomica riconducibile alla variante scoperta in Sudafrica e Botswana.
La variante B.1.1.529 è stata sequenziata dal laboratorio di microbiologia Clinica, virologia e diagnostica delle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. “Le inchieste epidemiologiche sono state svolte da Ats Milano e dalla Asl di competenza della Regione Campania. Sono già stati programmati i sequenziamenti sui campioni dei contatti familiari del paziente risultati positivi e residenti nella regione Campania, i cui laboratori sono stati allertati e stanno già lavorando per ottenere in tempi brevi i risultati genomici. Al momento non sono stati identificati contatti positivi in Lombardia”, spiega l’Iss.
In attesa di riscontri più dettagliati, si ipotizza che la variante possa essere più contagiosa delle precedenti. “Dai primi dati epidemiologici la variante Omicron sembrerebbe davvero più contagiosa della Delta. Al momento nei laboratori del Sudafrica, con i quali siamo in costante contatto, sono già stati fatti più di 500 sequenziamenti. L’epidemiologia ci dice che sta soppiantando la variante Delta. Le informazioni certe, però, arriveranno dai dati molecolari, sia per quanto riguarda la contagiosità, sia per quanto riguarda la capacità dei vaccini di proteggere.
Cosa sappiamo della nuova variante sudafricana?
La nuova variante B.1.1.529 isolata in Sud Africa potrebbe essere chiamata con la lettera dell’alfabeto greco “Nu” secondo la progressione delle finora adottata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per le altre varianti del virus SarsCoV2. Lo ha ipotizzato il bioinformatico Tulio de Oliveira, dell’Università del KwaZulu-Natal. Lo riporta la rivista Nature sul suo sito. La decisione sul nome potrebbe arrivare in giornata dall’Oms, che si riunisce a Ginevra. Come è avvenuto recentemente per un’altra variante, la Mu, anche per questa nuova variante potrebbe essere adottata la pronuncia più comunemente utilizzata nella letteratura scientifica, mentre quella più diffusa al di fuori di questo ambito è “Ni”
Troppe mutazioni, ecco perché secondo gli esperti la variante Omicron potrebbe essere partita da una persona con il sistema immunitario compromesso, come ad esempio un paziente con Hiv o Aids non trattato. Secondo il professor Francois Balloux, direttore dell’UCL Genetics Institute, l’elevato numero di mutazioni nella variante sudafricana potrebbe dipendere dal fatto che si sia evoluta in una persona con infezione cronica e con un sistema immunitario indebolito, proprio come potrebbe accadere in un paziente HIV/AIDS non trattato: «Mi aspetto sicuramente che la nuova variante sia scarsamente riconosciuta dagli anticorpi neutralizzanti rispetto ad Alpha o Delta – ha spiegato al Guardian – è difficile prevedere quanto possa essere trasmissibile in questa fase, per il momento deve essere attentamente monitorata e analizzata».
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