Caserta – Dopo 14 anni, svolta nelle indagini per l’omicidio del “sindaco pescatore” di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre 2010. Oggi i Carabinieri del Ros hanno dato seguito a quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip su richiesta della Procura di Salerno, a firma dei magistrati inquirenti Marco Colamonici e Giuseppe Borrelli.
Tra i quattro arrestati c’è anche il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo (nella foto),da un anno e mezzo risultava tra gli indagati per la morte di Vassallo. per tre anni (2017-2020) alla guida del comando provinciale dei carabinieri di Frosinone, e l’imprenditore Giuseppe Cipriano, detto ‘Peppe Odeon‘, titolare di una sala cinematografica a Scafati. Gli altri due arrestati sono: il figlio del boss, nonché collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso, e l’ex brigadiere dei Carabinieri Lazzaro Cioffi.
Nel 2022, come riferisce il Fatto Quotidiano, due degli indagati per l’omicidio – molti erano carabinieri – subirono una perquisizione e dal relativo decreto di autorizzazione emerse che le accuse ipotizzate dalla procura erano quelle di concorso in omicidio con l’aggravante camorristica. Inoltre, il decreto individuava il movente dell’assasini nella circostanza che Vassallo aveva scoperto un traffico di droga intorno al porto di Acciaroli (in provincia di Salerno) organizzato da un clan in combutta con carabinieri infedeli e imprenditori del salernitano e si accingeva a denunciarlo alla procura di Vallo della Lucania. Il giorno dopo l’omicidio, infatti, avrebbe dovuto incontrare un ufficiale della compagnia dei carabinieri di Agropoli.
L’indagine sull’omicidio fu poi assegnata alla Direzione distrettuale antimafia di Salerno: sin da subito, infatti, si sospettò dell’esistenza di una implicazione camorristica dietro il delitto.
Secondo gli inquirenti il movente dell’assassinio si cela nella scoperta, da parte del sindaco ucciso, di un traffico di stupefacenti ricollegabile ad ambienti camorristici e nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell’Arma.
Vassallo sarebbe stato eliminato dopo aver confessato quanto sapeva sulla questione all’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco. L’omicidio è avvenuto prima che riuscisse a formalizzare la sua denuncia ad un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco.
Sempre in base alle accuse, Cagnazzo si sarebbe impegnato in una attività di depistaggio delle indagini organizzata già prima che Vassallo venisse ammazzato.
Le parole del fratello della vittima
“Dopo 14 anni arriva la conclusione di una tragedia che avevamo annunciato da tempo. Ringraziamo il procuratore Giuseppe Borrelli che ha creduto in questa pista. Ora vogliamo sapere chi ha depistato le indagini e perché lo ha fatto”. Così all’Adnkronos Dario Vassallo, fratello di Angelo.
“Dopo 14 anni ci siamo rotti le scatole – ha aggiunto Dario – vogliamo sapere perché sono state depistate le indagini. E c’è un tema importante. Accanto a un omicidio di un sindaco si scombussola tutto il territorio. Di recente la LEGA ha presentato un’interrogazione al ministro Piantedosi ed ha chiesto un’ispezione al Comune di Pollica. Oggi, noi come Fondazione Vassallo chiediamo di accelerare questo iter e di mandare finalmente gli ispettori del Ministero presso il comune di Pollica”.
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