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Il nefasto presagio di un secondo dissesto

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A pensare male degli altri si fa peccato,ma spesso ci si indovina, e  molti di noi cittadini, leggendo ‘le carte’ deduciamo che stiamo andando inesorabilmente verso un dissesto bis del comune di Caserta.

I lacchè, scuotono la testa e provando smentirci, vorrebbero ignorarci.  Noi, vorremmo fare altro, sinceramente, ma il nostro ‘io’ impone la presenza costante, noto e appurato che esiste un palazzo di vetro,  popolato da pseudo politici (la politica è altro) più ignoranti d’Italia che stanno seduti in poltroncina a fare i consiglieri comunali solo per guadagnarsi la pagnotta e per far assumere dalle concessionarie che erogano servizi in nome e per conto del comune, figli, nipoti, mogli , concubine e spasimanti.

Noi  #opposizionefuoridalcomune, andiamo avanti, vigiliamo, informiamo, perchè riteniamo che la gente debba sapere e che  smetta di far finta di non sapere, e useremo ogni mezzo per divulgare la  verità.

Ebbene un modo chiaro, certo e indiscutibile per verificare lo stato di salute economico-­finanziario di un Ente, come si suol dire un indicatore infallibile, una cartina al tornasole, è dato dalla spesa per interessi dovuti al Tesoriere per le anticipazioni di cassa, cioè dai prestiti richiesti nell’anno solare per pagare dipendenti e creditori.

Questa voce, cioè la spesa per interessi, relativa alle anticipazioni di cassa dell’anno in corso, aveva già varcato la soglia dei 150 mila euro, avviandosi, dunque, a toccare sicuramente, negli ultimi 3 mesi, quella dei 200 mila euro.

Ciò significa che svariati milioni di euro di anticipazioni di cassa, la cui richiesta è collegata alle casse vuote del comune, e alla necessità di attendere alla gestione ordinaria, dunque per i pagamenti correnti, sono costati ai cittadini casertani altri 200 mila euro dunque un 15 mila euro al mese incassati dalla tesoreria, solo a titolo di interessi.

 Un dato ancor più allarmante, se paragonato a quello degli anni 2012, 2013 e 2014, allorquando gli interessi sulle anticipazioni di cassa ammontavano a poche migliaia di euro. Più alta è questa cifra, maggiori sono, proprio in forza di quella cartina al tornasole di cui scrivevamo prima, le difficoltà finanziarie strutturali dell’ente. E queste non sono interpretazioni, ma di valutazioni e di qualificazioni  di questo valore, di questo dato finanziario passivo, fornite direttamente dalla Corte dei Conti.

E menomale che l’economia fredda e la recessione hanno portato i tassi di interesse al minimo storico e a cifre vicine allo zero.

Ma questo potrebbe anche non durare in eterno.

Una ripresa economica potrebbe indurre la banca europea a ritoccare verso l’alto il tasso di sconto per evitare fiammate inflazionistiche. E allora, un andazzo del genere da parte del comune di Caserta, facendo una simulazione rispetto a un tasso di sconto aumentato il doppio rispetto al quasi nulla di adesso, raddoppierebbe anche questa passività da interessi sui prestiti per la gestione ordinaria, che più ordinaria non si può del comune capoluogo.

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