È avvilente come in questa nostra città, la normale amministrazione debba diventare un qualcosa di eccezionale, di emergenziale.
Oggi è mercoledì e quei sacchi pieni di spazzatura sono ancora ammassati in un angolo del cortile della biblioteca comunale.
Stamattina un dipendente della struttura ha contattato (uno dei tanti dirigenti) Ecocar per chiedere lumi sul mancato ritiro della spazzatura ( che avviene un giorno a settimana ).
Per puro caso, racconta su fb un iscritto, passando in uno dei corridoi ed incuriosito dalla presenza di un ragazzo vestito in modo elegante, ho assistito alla scena e sentito la risposta: “dovete mettere i sacchi fuori la mattina presto se volete che venga raccolta”.
Quasi come se fosse un piacere, come se la raccolta avvenisse quotidianamente e – poverini! – non possono mica entrare dal cancello e prenderla loro ogni giorno alle 9 o alle 8:30 quando apre la struttura.
È troppo comodo dare la colpa alla politica ed agli amministratori di turno.
In questa città una buona dose di colpa se abbiamo “toccato il fondo” è anche nostra, di chi dovrebbe fare il proprio dovere e fa di tutto per evitarlo.
Intanto a differenza di chi evita ‘infischiandosene’ voltandosi dall’altra parte per tentare di non vedere e non sentire il puzzo, è chiaro che a tutt’oggi c’è tensione tra i lavoratori di Ecocar Ambiente. E anche tra i rappresentanti sindacali.
Non convince l’organigramma indicato nel capitolato di gara e destano perplessità i nuovi orari di lavoro.
Nel testo pubblicato venerdì dal Comune di Caserta all’albo pretorio e sulla piattaforma della centrale di committenza Asmel si legge infatti che l’appalto è tarato su 180 lavoratori, vale a dire gli attuali 165 più altri quindici da assumere entro l’estate. Nel precedente bando, quello emanato in autunno e finito nel mirino della Dda, il personale programmato era invece di 170 unità.
«Riscontriamo delle incongruenze fa notare il segretario della Cisl, Giuseppe Gravino tra le due schede tecniche e preoccupa il fatto che si preveda un incremento tra le figure apicali invece che tra gli operatori ecologici.
Speriamo si tratti di un errore matematico, di una svista o di un refuso, in caso contrario dovranno spiegarci il criterio che ha dettato questa scelta, in virtù del fatto che è già da qualche anno che ripetiamo all’ente che c’è bisogno di incrementare alcune posizioni lavorative e non altre.
Nello specifico quelle di chi concretamente svolge il lavoro di raccolta, pulizia e spazzamento sul territorio».
Ma il problema secondo il sindacalista è soprattutto economico. «Ben venga un incremento delle unità di personale a patto che a questo incremento corrisponda la giusta copertura economica.
In questo caso ci sono dieci unità in più rispetto al bando precedente mentre il valore del canone mensile è sempre lo stesso».
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