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Maxi operazione anti Camorra a Caserta: 9 arresti nel clan Belforte

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A Caserta la polizia ha arrestato nove persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nonché porto e detenzione di armi da fuoco, anche alterate, con relativo munizionamento. I reati sono stati commessi prevalentemente nell’agro di Maddalon tra il 2017 e il 2019, e aggravati dal metodo mafioso perché realizzati avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e omertà per affermarne la supremazia sul territorio. 

Gli elementi probatori alla base dell’emissione della misura sono stati acquisiti nell’ambito di un’indagine che, sviluppata dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha permesso di far luce sulle più recenti dinamiche macro-criminali dell’area maddalonese, in particolare sull’odierna articolazione dei sodalizi di stampo camorristico che, nei decenni, si sono succeduti e rigenerati. In tale contesto, è venuto ad evidenza il ruolo predominante assunto dal pregiudicato Salvatore D’Albenzio, figlio di Domenico detto ‘o faraon, il quale aveva coalizzato attorno a sé una serie di pregiudicati che dirigeva sia nel settore delle estorsioni, in pregiudizio di imprenditori ed esercizi commerciali, sia nell’ambito degli stupefacenti. Da ciò lo sviluppo dell’indagine che, forte degli esiti di attività tecniche di intercettazione, telefonica e ambientale, ma anche di investigazioni tradizionali, quali appostamenti, pedinamenti e perquisizioni, ha restituito l’immagine di un sodalizio camorristico pienamente operativo sul territorio maddalonese, nonostante i colpi subiti e l’evidente crisi economica che ha pressoché paralizzato ampi settori produttivi, a cominciare da quello edile.

Impiegando il “brand D’Albenzio”, infatti, temutissimo sul territorio di Maddaloni fin dagli anni ’80, al tempo della comune militanza di Clemente D’Albenzio “Mintuccio” con Salvatore e Domenico BELFORTE nella nuova camorra organizzata di Raffaele CUTOLO, Salvatore D’Aalbenzio è stato in grado di gestire, nonostante fosse ristretto agli arresti domiciliari, attività estorsive e spaccio di droga, facendo leva sulla forza di intimidazione del vincolo associativo e sulla conseguente condizione di assoggettamento e omertà in cui versa quel contesto sociale. È stata documentata, infatti, la commissione di molteplici delitti in materia di stupefacenti e connessi alle armi, ma soprattutto il tentativo dii mporre sull’area maddalonese il monopolio nel remunerativo settore dell’installazione di apparecchi automatici per la distribuzione di caffè, snack e bevande. Allo stesso tempo, è stata documentata la commissione di svariate condotte estorsive in danno di imprenditori e commercianti dell’area, realizzate col cosiddetto metodo delle tre rate: “Natale, Pasqua e Ferragosto”. Al riguardo, è stato anche registrato il “cambio di strategia” della compagine, tradottosi sia nella riduzione delle cifre di denaro pretese, sia nel prelievo, presso gli esercizi commerciali taglieggiati, di beni funzionali alle proprie esigenze. Lo spaccato che ne è derivato è quello di un sodalizio sempre in grado di “cambiare pelle” e, quindi, di adattarsi alle contingenze del momento pur di sopravvivere, anche in tempo di crisi, ma comunque pronto ad imporsi con la violenza e l’intimidazione propria di chi ha potuto sempre contare sull’utilizzo del pedigree criminale della famiglia D’Albenzio.

“Rivolgo il mio sincero apprezzamento per l’operazione svolta dalla polizia di Caserta contro il clan Belforte. Arresti importanti che dimostrano come lo Stato, anche se in piena emergenza, non abbassa la guardia, soprattutto in un territorio che ha visto rinascere la legalità dopo i durissimi colpi inferiti ai camorristi. Non si deve mai arretrare e questa di Caserta è la dimostrazione che si ricostruiscono comunità e territorio insieme allo Stato”. Lo afferma Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

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