Un diploma di ragioniere tenuto nel cassetto, qualche lavoretto saltuario di poco conto, poi l’illuminazione. Dopo aver letto alcuni annunci sui giornali, ha deciso di improvvisarsi infermiere. O badante, visto che non ha alcun titolo in ambito sanitario. È incominciata così la carriera di Mario Eutizia, che giovedì si è consegnato ai carabinieri di Caserta confessando quattro omicidi.
Presso la caserma dei carabinieri di Caserta e si è autodenunciato, facendo i nomi delle vittime, indicando luoghi e date. Quattro anziani ai quali avrebbe dovuto prestare cure e che, invece, avrebbe ucciso attraverso la somministrazione massiccia di farmaci. “Gli ho dato antitumorali, sedativi e antidolorifici. L’ho fatto perché ne avevo pietà” ha detto. L’uomo, originario di Napoli, della zona popolare della Maddalena, si era trasferito a Caserta da un po’.
I farmaci
Eutizia avrebbe somministrato, ripetutamente e in un ampio lasso di tempo, una dose quadruplicata rispetto a quella prescritta, spinto a suo dire da “una profonda compassione” per le persone che assisteva. “Volevo porre fine alle loro sofferenze. Aiutatemi a non uccidere più” ha detto ai militari. Lo stesso badante, è emerso, assumeva alcuni dei farmaci usati in quanto paziente oncologico, per cui ne conosceva gli effetti letali.
“Un angelo della morte”
Eutizia è stato fermato su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Caserta. Sul suo racconto sono in corso gli accertamenti degli investigatori. Si è trasformato in “angelo della morte”, una veste nella quale provava “profonda gratitudine e realizzazione”, mosso da una presunta “misericordia cristiana”, questo il ritratto del 47enne tracciato nel decreto di fermo emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, di cui LaPresse ha preso visione.
Sempre lo stesso modus operandi
Il modus operandi per gli omicidi lo avrebbe testato e ripetuto. Il Talofen viene usato per trattare agitazione psicomotoria o comportamento aggressivo. Ma anche la schizofrenia e altri disturbi psicotici; il Trittico è invece utilizzato nel trattamento dei disturbi depressivi, ansiosi oltre che per i disturbi del sonno. Sedativi potenti che, in dosi quadruplicate, possono essere letali. È così che avrebbe messo fine alla sofferenza dei pazienti che erano affidati alle sue cure.
Le vittime a Casoria, Vibonati e Latina
Assistito dagli avvocati Gennaro Roman e Antonio Daniele, Eutizia ha dichiarato di aver svolto mansioni di badante negli ultimi 10 anni senza avere alcun titolo, e ha fornito al magistrato della Procura sammaritana i dati anagrafici di due anziani.
Si tratta di un 88enne, Luigi Di Marzo, deceduto a Casoria (Napoli) nel dicembre 2023, e di un 96enne, Gerardo Chintemi, morto a marzo scorso a Vibonati (Salerno). A quest’ultimo Eutizia avrebbe somministrato per almeno venti volte una dose maggiorata.
In entrambi i casi accertati gli anziani deceduti erano affetti da patologie oncologiche e demenze senili e prendevano sedativi come il Talofen e il Trittico. La morte era stata ritenuta naturale e compatibile con il loro stato di salute, considerata l’età e le numerose patologie invalidanti. Non risultano ancora identificati, invece, gli altri due anziani di Latina, dei quali il badante ha confessato l’omicidio.
L’arresto
Attualmente Mario Eutizia si trova rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, con un decreto di fermo emesso dalla pm Annalisa Imparato, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che all’inizio di settimana dovrebbe fare il Gip per convalidare o meno l’arresto.
“Un peso sulla coscienza”
Eutizia si è recato dai militari per autodenunciarsi perché “non riusciva a sopportare il peso di ciò che aveva fatto” ha dichiarato il suo legale Antonio Daniele. Nel corso della sua attività lavorativa come badante, aveva accudito una trentina di anziani. E avrebbe potuto continuare a somministrare farmici in dose maggiorata. “Ovviamente – aggiunge il legale – queste sono le sue dichiarazioni che sono state determinate da un problema di coscienza. Ma prima di arrivare ad una condanna, bisogna avere le prove di quanto dichiarato da Eutizia. Perché si dovrà dimostrare che il suo comportamento abbia provocato la morte delle persone da lui indicate. E dunque c’è bisogno di analisi particolari e di riesumare i corpi delle persone decedute. Non sarà una procedura semplice. E poi c’è anche un problema di competenza delle Procure”.
Il procuratore: “Ci andiamo con i piedi di piombo”
Il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni, ha spiegato: “Stiamo verificando le dichiarazioni di Eurizia. Ci andiamo con i piedi di piombo, perché le cose dichiarate sono abbastanza gravi. Stiamo cercando riscontri. E poi vediamo anche il Gip che valutazione darà in sede di interrogatorio di garanzia”.
Il furto dell’auto di una delle vittime e i precedenti
I militari hanno contattato, intanto, i parenti dei due anziani morti, constatando che Eutizia aveva prestato servizio come badante presso entrambi, e che a Vibonati era stato anche denunciato dai carabinieri per aver rubato l’auto di Chintemi dopo la decesso di quest’ultimo.
Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri al momento della sua autodenuncia è inoltre emerso che il 47enne ha numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, come truffa, furto e danneggiamento;
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