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ll pentito Eugenio D’Atri: “Cagnazzo ha organizzato tutto nei minimi particolari”

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Il ‘sindaco pescatore’ aveva scoperto tutto ed era pronto a denunciarlo. Aveva scoperto un traffico di droga che avveniva nella sua Acciaroli e che in quel business erano implicati anche dei carabinieri, Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi. Per questo Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’, è stato assassinato.

Carabinieri coinvolti nel traffico di droga

Dagli atti dell’inchiesta – che ha portato all’arresto di Cagnazzo, Cioffi, dell’imprenditore Giuseppe Cipriano e del pentito Romolo Ridosso – emerge come Cagnazzo fosse pienamente inserito nel contesto criminale dello spaccio ad Acciaroli. Secondo un collaboratore di giustizia, Eugenio D’Atri, l’ufficiale dei carabinieri, originario di Aversa, avrebbe procurato un luogo sicuro per lo stoccaggio nella zona del porto di Acciaroli. Un piano che il sindaco Vassallo voleva mandare all’aria. Era pronto a denunciare e per questo aveva preso contatti con il procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, che lo aveva messo in contatto con il capitano dei carabinieri Annichiarico, in servizio alla stazione di Agropoli.

Ucciso con 9 colpi di pistola

A quell’incontro con il capitano Annichiarico, però, Vassallo non arriverà mai. La sera del 5 settembre, il sindaco pescatore sta tornando a casa quando viene bloccato da un’altra vettura che procede in direzione inversa e in senso vietato. Una o due persone si avvicinano al finestrino e sparano con una pistola baby Tanfoglio calibro 9. Nove colpi esplosi da distanza ravvicinata che colpiscono il cuore, la testa e la gola di Vassallo, seduto al posto di guida. Il suo corpo verrà scoperto dal fratello qualche ora più tardi.

Le false piste ‘costruite’ da Cagnazzo

Secondo gli inquirenti, le false piste investigative sarebbero state pensate già al momento dell’omicidio. Cagnazzo aveva dato assicurazione che le indagini sarebbero state depistate mentre Cioffi, Ridosso e Cipriano avrebbero preso parte all’ideazione, pianificazione e organizzazione dell’omicidio di Vassallo. Così, dopo l’omicidio, Cagnazzo indirizza le indagini verso uno spacciatore, Bruno Humberto Damiani, noto come il Brasiliano ed estraneo al delitto. Informazioni, annotazioni, appunti anonimi finiti in Procura. Ma anche fotogrammi di telecamere di videosorveglianza prelevati senza autorizzazione e consegnati privi di data e ora.

Il pentito: “Il colonnello ha organizzato tutto nei minimi particolari”

Secondo il collaboratore di giustizia D’Atri, le cui dichiarazioni hanno fatto luce sul movente dell’omicidio, Cagnazzo avrebbe “organizzato tutto nei minimi particolari dall’esecuzione dell’omicidio sino al successivo depistaggio delle indagini, facendo in modo di far venire meno qualsiasi elemento che potesse ricondurre alla loro responsabilità”, ha rivelato agli inquirenti. Poco prima dell’omicidio Vassallo nell’estate 2010 viene trasferito da Castello di Cisterna a Foggia. Scrive il gip: «In quel periodo Cagnazzo attraversava un momento di particolare difficoltà professionale a causa di un’indagine condotta dalla Dda di Napoli e dal dottor Vittorio Pisani (oggi capo della polizia, ndr) per una presunta compromissione con gli scissionisti di Secondigliano originata dalle dichiarazioni di alcunic ollaboratori di giustizia che ne determinava il trasferimento a Foggia».

 

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