Si è suicidata impiccandosi a casa dei genitori a Puccianiello quartiere periferico di Caserta.
Conosciuta e stimata in città, l’imprenditrice aveva scelto un lavoro duro, quale l’edilizia.
Gestiva con il cugino un’ impresa di materiale edile, e con molta probabilità non ha retto questa drammatica situazione che tutti viviamo.
Sembra che la quarantenne Katia Giordano, si è tolta la vita perché oberata dalle scadenze fiscali, dagli stipendi degli operai e tutte le altre incombenze quotidiane. Un peso enorme sulle sue spalle, acuito dal totale blocco delle attività produttive. Purtroppo il lockdown l’ha colpita nei suoi affari, che erano floridi prima del Covid-19.
Chiusura, licenziamenti, blocco degli investimenti. Sono queste le previsioni per il futuro di molti piccoli imprenditori. I contributi stanno arrivando a rilento ai titolari di partita Iva, ed in alcuni casi non bastano ad affrontare tutte le scadenze, mentre i dipendenti sono ancora senza cassa integrazione, perché ai prestiti garantiti dallo Stato non possono accedere tutti e chi ha fatto domanda non ha ricevuto ancora risposta. Intanto, la sospensione delle attività imposta dalla pandemia da Covid-19 non ha bloccato le spese, che continuano a gravare sulle casse delle imprese, che oltre a dover garantire gli stipendi, devono pagare i fitti, le bollette ed altre scadenze mensili.
La ripartenza si avvicina, ma le restrizioni che bisognerà rispettare per ricominciare e la mancanza di sostegni economici adeguati, lascia intravedere solo un futuro incerto, per qualcuno già inesistente. In questa situazione, il rischio, soprattutto per molte piccole imprese, è la chiusura. E, per chi riuscirà ad alzare la saracinesca, è quello di licenziare personale. All’orizzonte l’unica certezza sono gli ulteriori costi che gli imprenditori dovranno sobbarcarsi per sanificazioni e sicurezza. In molti, poi, già calcolano che andranno incontro a un calo del fatturato.
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