CASERTA – Da Casino Vecchio della frazione Vaccheria a CASINO’ proposta elettorale dell’ex candidato sindaco Guerriero, oggi si ritrova nuovamente al centro di una nuova iniziativa. Si tratta della candidatura ai “Luoghi del cuore Fai”, che avviene attraverso una raccolta firme, promossa, in questo caso, da Annalisa Del Monaco, storica dell’arte casertana, affiancata da un gruppo di volontari e appassionati. «Vedere le condizioni in cui versa il sito, mi procura rabbia e indignazione – dice Del Monaco – l’anno prima del Covid avevo già provato a costituire un comitato per cercare di salvarlo. Poi la pandemia ha bloccato tutto. Ora, però, mi è tornata forte la voglia di provarci: non è possibile assistere inermi alla distruzione di un bene che è privato, certo,ma per la sua importanza storica e architettonica, fa parte del patrimonio comune».
Così, è partita la sottoscrizione per cercare di superare la prima selezione del censimento Fai. La speranza è di raggiungere le 2.500 firme, che sono la soglia minima per accedere allo step successivo, ovvero quello della fase progettuale e, quindi, se selezionati, poter ambire a un finanziamento messo a disposizione dallo stesso Fai e da Intesa SanPaolo. Un obiettivo certamente ambizioso che, però, non scoraggia affatto la promotrice.
«Seppure non dovessimo riuscire a raggiungere questo traguardo, almeno la nostra azione sarà servita a sensibilizzare l’opinione pubblica e a smuovere le istituzioni competenti. Siamo ben consci anche della difficoltà di ogni eventuale intervento: il Casino vecchio è nelle mani di diversi proprietari, ma noi crediamo fermamente che, sebbene sia privato, il Ministero della Cultura, attraverso i suoi uffici periferici, possa e debba adoperarsi per evitare che il bene vada perduto per sempre».
Infatti, essendo il Casino vecchio un edificio storico di interesse pubblico, non solo è soggetto ai relativi vincoli speciali di salvaguardia, ma lo Stato, al fine di impedirne il deterioramento, potrebbe anche farsi carico dei restauri persino costringendo i proprietari dell’immobile al rimborso dei relativi costi. Insomma, il tentativo che si sta ponendo in essere è soprattutto quello di smuovere coscienze e competenze. Non è la prima volta, però, che lo storico edificio è oggetto di iniziative simili. Anche la sezione casertana di Italia Nostra ha più volte segnalato lo stato di degrado in cui versa il bene e ha cercato, con un impegno costante, di
tenere alto l’interesse sullo stato dell’immobile. Peraltro, la stessa sezione casertana, ha inserito il Casino vecchio nella “Lista rossa” dei beni italiani che fa capo alla stessa associazione e che raccoglie, appunto, gli edifici in pericolo. Sul sito di Italia Nostra, si legge, infatti, che «l’intero complesso, di grande interesse storico, artistico e paesaggistico, è oggi in stato di abbandono e fortemente degradato. L’esterno, i cui apparati decorativi sono danneggiati da distacchi e lacune, è completamente ricoperto da graffiti e l’interno, dato lo stato di incuria e la presenza di numerose infiltrazioni, potrebbe aver riportato danni anche a livello statico». Italia nostra sottolinea, poi, che l’edificio rappresenta «non solo un esempio di architettura del Settecento, ma l’intera area possiede aspetti naturalistici e paesaggistici estremamente significativi». Peraltro, Italia Nostra Caserta è tornata alla carica alla fine di luglio, immediatamente dopo l’insediamento del nuovo soprintendente ai beni artistici e storici, Mariano Nuzzo, con una comunicazione a lui indirizzata, firmata dalla presidente di sezione, Maria Carmela Caiola. Nella missiva, dopo aver ricordato le numerose segnalazioni già effettuate, si ribadisce che «l’edificio è in abbandono, con infiltrazioni dai tetti e dagli infissi deteriorati, nonché oggetto di vandalismi, con grave pericolo per gli affreschi, attribuiti al pittore Gerolamo Starace». Da qui la richiesta di una «verifica dello stato delle strutture e delle decorazioni, al fine di intervenire secondo la normativa vigente». Inoltre, nella comunicazione si fa riferimento anche alla paventata vendita
dell’edificio: «In tal caso, sarebbe auspicabile – scrive Italia Nostra – che fosse presa in considerazione la possibile prelazione dello Stato, che aggregherebbe il monumento al prestigioso patrimonio edilizio settecentesco». Non solo. Infatti, aggiunge Caiola: «Noi come Italia Nostra ci faremo parte diligente per sollecitare, da un lato, i proprietari a presentare un progetto di restauro anche affiancandoli nel percorso procedurale e, dall’altra, a sollecitare il Ministero e la Soprintendenza affinché provino a trovare i fondi e finanziamenti per l’ormai indispensabile intervento di restauro così come previsto anche dalle norme vigenti in tema di tutela dei beni culturali».
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