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La Scuola di Formazione per Casari Riparte con i Nuovi Corsi

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CASERTA — Inizia l’anno di studi della Scuola di formazione lattiero casearia del Consorzio di Tutela Mozzarella di bufala campana Dop. Pronto il calendario degli appuntamenti, che hanno come scopo la formazione di giovani che si estende dai futuri casari ai manager dell’export fino agli esperti del controllo qualità. I corsi previsti sono sei ed il 10 ottobre inizia la seconda edizione del corso per diventare casaro. L’anno scorso, in seguito a questo corso, il 90% dei partecipanti ha trovato un impiego in azienda o ha aperto il proprio caseificio.

“Formazione è la parola chiave per le filiere dei prodotti di qualità. In un mondo globale, il comparto della mozzarella di bufala campana Dop non rimanda più l’immagine quasi ancestrale del lavoratore che munge una bufala e poi produce mozzarella. Siamo invece di fronte a una filiera fatta di imprese all’avanguardia, che sanno guardare al mercato e al mondo”, afferma il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo. Dalla zootecnia fino alla produzione: tutti gli anelli della catena hanno bisogno di studi e approfondimenti per un approccio sempre più al passo con i tempi: “Questa è la sfida che il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha lanciato con la nascita della prima Scuola nazionale di formazione al Sud e l’unica in Italia gestita direttamente da un organismo consortile”, conclude il presidente.

L’accreditamento del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana Dop ha colmato un gap del Mezzogiorno e ha aperto le porte a una formazione di alta qualità. “Quel progetto ha compiuto un anno e va avanti spedito. La chiave per il successo è creare professionalità adeguate in un settore, quello lattiero caseario, dove non si può più improvvisare, anche per dare risposte puntuali e stringenti al tema della sicurezza alimentare, sempre molto avvertito dai consumatori”, dichiara il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani.

“I giovani sono il presente e il futuro del Consorzio e tanti di loro stanno tornando a impegnarsi nella filiera bufalina: il 39% degli addetti nel comparto (15mila in totale) sono under 32, mentre il 32% sono donne. Il nuovo calendario dei corsi contribuirà ad ammodernare l’intero comparto, visto da ogni prospettiva”, aggiunge Saccani.

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