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La politica scelga la strada del buon senso e della pace

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“Un genocidio di bambini”. È questa l’espressione che il presidente di Caserta Kest’è  Ciro Guerriero ed Ester Marzuillo coordinatrice di C.I.C. hanno usato nella riunione nella sede di Corso Trieste, per quanto accade in queste settimane ad Aleppo, prima di discutere gli altri argomenti posti all’ordine del giorno.

E hanno ragione: troppi i minori uccisi e feriti in queste ore di bombardamenti russo-siriani giustificano lo sdegno. Quello che accade ad Aleppo è tipico della guerra contemporanea.

La strage andrebbe fermata, l’orrore è giustificato. Quello delle persone oneste, però.

Quello che risulta insopportabile è lo sdegno dei politicanti di professione o degli umanisti da strapazzo, che pontificano qua e là come se i valori umani li avessero inventati loro ma che mai hanno mostrato, prima, un segno vero di interesse per le vittime più indifese.

 La guerra fa schifo. Più guerre si fanno più aumenta lo schifo, perché sempre più numerose, in percentuale e in assoluto, sono le vittime civili. Quindi le guerre andrebbero evitate, oppure fatte finire il più presto possibile attraverso la diplomazia. Questo è il compito della politica, cioè dello stesso soggetto (Iraq, Siria e Yemen sono esempi perfetti) che invece spesso preferisce la guerra. Possiamo, noi cittadini, fare qualcosa in proposito? Sì. Possiamo premere sulla politica perché scelga la strada del buon senso e della pace. A patto però di non cadere in trappola, di non farci fregare da chi traveste con buoni sentimenti la solita propaganda. Perché questo è lo sdegno a senso unico: propaganda.

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