Newsletter

Resta aggiornato su tutte le ultime news, gli eventi e le attività di Caserta Kest'è

,

La Miss, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata condannata.

Avatar Redazione
Home > Cronaca > La Miss, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata condannata.

La Miss, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata condannata.

Rosaria Aprea, la miss 24enne di Macerata Campania, è stata condannata tre anni di reclusione  in primo grado, per stalking ai danni dell’ex compagno, Pasquale Russo. L’amica  di Portico Jeanette Boutria, 28 anni ,2 anni e 4 mesi ; mentre per  Marianna Bifone, 26 anni, ritenuta l’altra complice,  18 mesi. Rosaria, già ai domiciliari da gennaio, non andrà in carcere e i suoi legali hanno già depositato la revoca della misura restrittiva.

Assistite dagli avvocati Giuseppe Foglia, Angelo Raucci e Stefano Vaiano, Aprea e le amiche sono state, però, assolte dai reati di aggressione e di diffamazione.

La condanna ruota intorno all’episodio avvenuto alla vigilia di Natale dello scorso anno, quando Aprea e Boutria violarono l’ordinanza che le obbligava a restare a debita distanza da Russo, 36 anni, e dall’attuale fidanzata, Maria Lettieri.

«Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza; dopodiché, ricorreremo in appello» dichiara uno degli avvocati dell’Aprea.

IL FATTO

 Era di sera e le due ragazze andarono a casa del padre di lui, a Macerata, a prendere M., un bimbo di 4 anni che Rosaria ha avuto dall’uomo. Lì, c’erano pure Russo e Lettieri. Il divieto di avvicinamento era scattato in seguito a un primo evento avvenuto nell’aprile del 2016. Secondo la denuncia presentata dal 36enne, in quella circostanza, Rosaria lo avrebbe investito con la sua autovettura; l’ordine restrittivo fu firmato dal gip Nicoletta Campanaro. Russo, che nella vita lavora nel settore della compravendita di auto, all’uscita da un negozio del centro storico di Portico, si sarebbe trovato di fronte la ragazza, al volante di un’utilitaria; Aprea lo avrebbe prima insultato e poi, pigiando il piede sull’acceleratore, investito, colpendolo di striscio. Almeno questa fu la versione dell’uomo. Trasportato in ospedale, Russo fu medicato e dimesso con una prognosi di pochi giorni. Denunciò l’accaduto, cui seguirono le indagini e l’ordinanza. La stessa fu notificata a Boutria e a Bifone, che erano con lei.

Quattro anni fa, suo malgrado, assurse alla ribalta della cronaca, perché picchiata dall’allora fidanzato, Antonio Caliendo, che con un calcio all’addome le spappola la milza e la riduce in fin di vita. La storia commosse l’Italia: Aprea era la tipica ragazza di provincia che, spinta dalla voglia di evadere e da un’attraente fisicità, voleva sfondare nel mondo della moda. Nel 2014, si riscrisse a un concorso di bellezza; fu un punto di svolta: le sue traversie arrivarono a Patrizia Mirigliani, che la volle a Miss Italia.

D’ufficio, le assegnò la fascia di Miss Coraggio: un biglietto di sola andata per la finale di Jesolo, dalla quale ritornò Miss Eleganza. Per l’opinione pubblica, l’aspirante modella si tramutò in modello da imitare.

Avatar Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *