Una mattina i fedeli casertani si sono svegliati con le porte della chiesa di largo San Sebastiano sbarrate.
Sulle panchine dei volantini stampati un po’ alla buona ma efficaci. «Chiuso in attesa di miracolo» era scritto su uno. «Chiuso per inutilità» su un altro. «Chiuso per troppa teoria e poca pratica ?» su un terzo, « La fede è in vendita?» e così via.
È la crisi delle vocazioni che si sta diffondendo come un virus, insieme a un inesorabile abbandono?
«Ho cercato di far capire che non si può andare avanti così – racconta un assiduo frequentatore-Chiudono le scuole, chiudono i presidi sanitari, i servizi, accorpano tutto e ora non si riesce ad avere nemmeno il prete? Ma lo sanno che cosa succede poi? Le persone vanno via, è normale che accada. E poi che cosa succede? Che si lasciano libere queste terre e arrivano le altre religioni. È questo che vogliamo?
Dopo i negozi del Centro Storico, ora che anche le chiese serrano i battenti la sensazione è di essere di fronte alla fine.
”Oggi pomerigio, non so bene per quale motivo, ho deciso di uscire di casa per andare in Chiesa a pregare… ebbene ho trovato la Chiesa di Chiesa di S. Agostino S. Sebastiano Martire chiusa.” queste le parlole di un’anziano
«Questo luogo simbolo di Caserta è come il corpo di Cristo senza vita appeso alla croce. È freddo».
I residenti del centro storico quelli che per una vita hanno vissuto in queste stradine non intende arrendersi. «Vedere le chiese chiuse mette troppa tristezza, dobbiamo andare avanti», spiega L.P. titolare di un negozio di abbigliamento. Stiamo preparando una lettera da mandare al Papa. I miracoli si aspettano ma si possono anche creare.
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