La chiusura dello Stadio del Nuoto di via Laviano a Caserta ha innescato un effetto domino che va ben oltre il mondo sportivo, colpendo duramente anche le attività commerciali circostanti. Bar, negozi e palestre che beneficiavano del flusso di genitori e atleti si trovano ora a fronteggiare un calo degli incassi stimato intorno al 30%.
La chiusura dell’impianto è stata disposta dopo il crollo di due fari sugli spalti, avvenuto il 30 marzo durante una manifestazione sportiva. Fortunatamente, l’incidente non ha provocato feriti, ma ha evidenziato gravi carenze nella manutenzione della struttura . Successivamente, i Vigili del Fuoco hanno rilevato la mancanza di alcune certificazioni, tra cui quella antincendio, rendendo la riapertura dell’impianto un’incognita .
La situazione ha avuto ripercussioni anche su attività indipendenti presenti all’interno della struttura, come la palestra gestita da un personal trainer, costretta a chiudere nonostante fosse autonoma rispetto alla piscina. Le sedici associazioni sportive che operano nello Stadio del Nuoto sono in attesa di sviluppi, mentre l’AGIS, l’agenzia provinciale che gestisce l’impianto, è al lavoro per ottenere le certificazioni mancanti .
La comunità locale, composta da cittadini, commercianti e sportivi, attende con ansia la riapertura dello Stadio del Nuoto, sperando in una risoluzione tempestiva che possa ridare vita al tessuto economico e sociale della zona.
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