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L’ allunaggio 50 anni fa, cambiò la storia

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Le immagini di Neil Armstrong che passeggia sul suolo lunare sotto gli occhi di tutto il mondo hanno fatto la storia di più di una generazione.

Il 21 luglio 2019 saranno 50 anni che l’uomo ha messo piede sulla Luna: l’allunaggio, l’avventura nello spazio, lo sbarco sulla Luna – lo si chiami come si vuole – è entrato a pieno titolo nella storia nell’estate del 1969, quando l’Apollo 11 vinse la cosiddetta corsa allo spazio con i russi.

Ma come andò esattamente? Cosa succedeva in quegli anni

Facciamo innanzi tutto chiarezza sulla data: i 50 anni dallo sbarco sulla luna ricorrono nel mese di luglio 2019, e su questo non c’è dubbio. Ma in che giorno? E a che ora? Ecco le principali tappe dell’evento:

  • 16 luglio 1969, 13:32 UTC (Universal Coordinated Time, le 15:32 italiane): l’Apollo 11 viene lanciato nello spazio.
  • 20 luglio 1969, 20:17:40 UTC (le 22:17 italiane): l’Apollo 11 atterra sulla Luna. È il cosiddetto allunaggio.
  • 21 luglio 1969, 2:56:15 UTC (le 4:56 italiane): Neil Armstrong compie il primo passo sulla superficie lunare.

50 ANNI SBARCO SULLA LUNA

Il tema è talmente importante e dibattuto che più d’uno – noi compresi – ha creduto che sarebbe stato in qualche modo presente all’esame di maturità di quest’anno. Lo sbarco sulla luna è stato in effetti un evento che ha segnato un’epoca: se oggi le cronache (quasi) in diretta di Astrosamantha tramite twitter ci sembrano qualcosa di suggestivo ma possibile, negli anni ’60 l’impresa di Armstrong segnò davvero il superamento dei limiti dell’uomo. Lo sapeva bene anche Kennedy, che nel suo discorso di accettazione della sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti fece riferimento alla nuova frontiera, strizzando l’occhio non a un semplice progresso scientifico, ma ad uno specifico evento che in quegli anni avrebbe determinato la supremazia del suo paese in campo tecnologico: la scoperta dello spazio.

LA SCOPERTA DELLO SPAZIO

A fronteggiarsi in questo campo, naturalmente, erano i due blocchi, quello sovietico e quello occidentale, che durante la Guerra fredda si rincorrevano su più fronti per determinare la forza e la potenza di un paese sull’altro. Non faceva naturalmente eccezione l’esplorazione spaziale, che portava con sé un altissimo carico di aspettative, spirito pioneristico, ottimismo, fiducia nella scienza e nel progresso.

Ma arrivare sulla luna non era così semplice, e i problemi con cui gli scienziati dovettero confrontarsi erano tanti: la possibilità di respirare in assenza di ossigeno, muoversi in assenza di gravità, proteggersi da temperature estreme. Ma soprattutto, avere a disposizione mezzi sufficientemente potenti per superare i confini dell’atmosfera, recuperare gli astronauti e rientrare alla base.

Negli anni ’30 i tedeschi avevano messo a punto missili capaci di trasportare materiale esplosivo per una gittata di 300 km: nel 1945 l’ingegnere responsabile dell’invenzione, Werner von Braun, fu reclutato dagli americani e messo al lavoro sulla ricerca in campo missilistico: fu il suo team che sviluppò il vettore Jupiter-C che il 31 gennaio 1958 mise in orbita il satellite Explorer 1, che segnava l’inizio delle esplorazioni spaziali americane.

LA CORSA ALLO SPAZIO: L’URSS

Sia Stati Uniti che Unione sovietica misero a disposizione un’ingente quantità di risorse in campo spaziale. Il primo successo lo ottenne l’URSS, che il 4 ottobre 1957 mandò in orbita  il primo satellite artificiale, lo Sputnik: gli americani arrivarono solo nel gennaio 1958 con l’Explorer. Ma non solo: il primo uomo nello spazio non fu americano, ma sovieticoYuri Gagarin il 12 aprile 1961 girò per due ore attorno alla Terra a bordo della navicella Vostok.

LA RISPOSTA DEGLI USA E L’ALLUNAGGIO

Nel 1958, tuttavia, gli Stati Uniti avevano dato vita alla Nasa (National Aeronautics an Space Administration), che raccolse ingenti finanziamenti per arrivare a un obiettivo ancora più ambizioso: portare allo sbarco del primo uomo sulla Luna. E così fu: il 21 luglio 1969 Neil Armstrong ed Edwin E. Aldrin scesero dall’Apollo 11 mettendo piede per la prima volta sulla Luna, mentre le immagini dello sbarco venivano trasmesse in tutto il mondo. Sono passate alla storia le parole di Armstrong: questo è un piccolo passo per l’uomo, un balzo enorme per l’umanità.

Per molti quello fu sono l’inizio di un’era di nuove espolorazioni alla ricerca di nuove forme di vita nel Cosmo, ma dopo tre anni i costi si dimostrarono troppo elevati per proseguire in modo costante quel tipo di sperimentazione. Seguirono quindi altre sei missioni, alle quali si aggiunsero, negli anni, altri tipi di esplorazione scientifica: space shuttles e sonde spaziali lanciate in orbita senza equipaggio sono tuttora nello spazio per fornirci preziose informazioni sulla sua struttura e composizione.

LA TEORIA DEL COMPLOTTO LUNARE

Secondo il mondo scientifico, non abbiamo motivo di dubitarne. Tuttavia, esistono ancora oggi accaniti sostenitori della cosiddetta teoria del complotto lunare, secondo la quale le immagini dello sbarco sulla luna non sarebbero affatto vere ma ricostruite in studio con riflettori, luci di posa e materiale scenico fittizio. Un falso, insomma, una bufala vera e propria costruita ad arte dal governo americano per appropriarsi di una conquista che in realtà sarebbe avvenuta davvero solo successivamente.

Tra le cose maggiormente contestate alla NASA, che tuttavia ha prodotto motivazioni per la maggior parte delle affermazioni che contestano la veridicità dell’evento, ci sono:

  • La presenza di più fonti luminose sul suolo lunare
  • Una strana luce riflessa sul casco di Armstrong, quasi fosse un riflettore
  • Qualcosa di molto simile a una lettera che compare su una roccia
  • Il movimento della bandiera americana, che in assenza d’aria dovrebbe essere completamente immobile
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