Caserta – Mai nella storia politica casertana il conflitto di interessi ha rischiato di diventare argomento di campagna elettorale come in questo caso.
L’inaugurazione del comitato elettorale del movimento ‘IofirmoperCaserta’ offre, per metà, spunti di involontaria comicità, e, per metà, spunti per una riflessione più ampia che, un’informazione attenta, sta tentando di portare avanti in queste settimane.
Il movimento a trazione ‘traettiniana’ ha aperto un ‘open space’ in piazza Matteotti.
Al di là delle indiscutibili capacità ‘tipografiche’ del coordinatore Enzo Moriello, l’aspetto comico sta nel fatto che il locale, presumibilmente, fittato per la bisogna sia di proprietà di zio ‘Lello’ fratello della genitrice della moglie( Raffaella) di Luigi Traettino.
Aggiunto questo tassello emerge quindi che il coordinatore di ‘Iofirmo”, il tipografo e allestitore d’eventi Vincenzo Moriello, è socio d’affari di Luigi Traettino; il portavoce di ‘Iofirmo’, l’architetto Raffaele Cutillo, e lo segnala lui sui social, sta lavorando alla nuova chiesa di via Feudo San Martino per la comunità guidata dal pastore Giovanni Traettino; la sede, giustamente e coerentemente, è a ‘casa Traettino’.
Fine della parte che si presta all’ironia. La parte di riflessione del discorso nasce da un punto fermo: ‘Iofirmo’ è il movimento, anche, di Gianluigi Traettino, per via dei rapporti d’affari e personali che lo legano ai promotori dell’iniziativa.
Detto questo esiste un precedente impegno politico di Luigi Traettino nell’agone politico.
Correva l’anno 2006 e il 12 marzo si leggeva su Cronache di Caserta in un pezzo sulla violazione della regola confindustriale di non immischiarsi in politica che aveva fatto infuriare Cicala: “Va notato che il presidente dei Giovani Industriali Gianluigi Traettino sostiene la candidatura di Gianfranco Alois e lo ha accompagnato nella prima uscita, sabato 4 marzo, a poche ore dalla candidatura. In quella occasione, Alois ha passeggiato in piazza Vanvitelli e via Mazzini, incontrando esponenti politici e semplici cittadini, e Traettino lo ha seguito come un’ombra”.
Quel precedente andrebbe riletto. Anche per Gianfranco Alois, nel 2006, spuntò una raccolta di firme (all’epoca, evidentemente, c’era la propensione a firmare per qualcuno senza l’esigenza di nascondersi in un gruppo). Firmò la sinistra rappresentata dai Ds e dalla Cgil. Chi firmò per Alois?
In 100 e, tra questi anche Raffaele Cutillo, Vittoria Merola, Valeria Fusco e Arturo Di Palo tutti firmatari per Caserta.
Come si concluse quell’esperienza? …una ‘loffa’’.
Alois perse le primarie e poi perse anche la sfida per il ballottaggio: Petteruti era sostenuto da Marzo ed Esposito e inglobò la destra che stava con Falco (e anche qui oggi, come allora, girano stessi nomi e volti con Marino nella parte di Petteruti) costringendo lo stesso Alois, che era il ‘golden boy’ con cui Antonio Bassolino intendeva puntare i piedi a Caserta, ad un umiliante ‘apparentamento’ che gli valse, comunque, il cruciale assessorato ai Lavori Pubblici e Urbanistica.
In quella veste si occupò di risolvere un problema spinoso del centro storico, uno stabile abbandonato e fatiscente in via Sant’Antida, diventato ritrovo per barboni e confinante con l’istituzione scolastica e con un’area verde realizzata dal sindaco Luigi Falco.
Uno spazio verde, per quanto piccolo, accessibile ai cittadini. Oggi quell’area verde è diventata una stesa grigia di sampietrini a corredo del nuovo palazzo dell’impresa di costruzione ‘Landolfi e Traettino’ ma questa è tutta un’altra storia.
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