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Il Viminale invia la commissione d’accesso e Marino accusa Zinzi

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CASERTA – Sono da subito operativi e per tre mesi,prorogabili una sola volta di altri tre, i componenti della commissione di indagine che dovrà accertare la legalità delle condotte dell’amministrazione comunale di Caserta.

Il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, ha nominato, su delega del Ministro dell’Interno, i componenti della commissione di indagine. Il collegio ispettivo è composto da Maurizio Masciopinto, prefetto, da Laura Mattiucci, viceprefetto aggiunto, e da Gianfranco Mozzillo, maggiore della guardia di finanza. La commissione dovrà verificare l’esistenza o meno di tentativi di infiltrazione o di collegamenti con la criminalità organizzata nell’amministrazione comunale di Caserta.

Il rieletto sindaco Carlo Marino, se la prende in particolare con “un parlamentare della Lega“, il casertano Giampiero Zinzi, accusandolo di voler far cadere la giunta “non con una giusta battaglia politica ma con l’infamità di un marchio”, quello della camorra. La polemica ricorda da vicino quella scoppiata in primavera a Bari, dopo l’avvio dell’iter per lo scioglimento da parte del ministro dell’Interno in quota Lega Matteo Piantedosi, seguito a un’inchiesta per voto di scambio sulle elezioni del 2019. A Caserta, peraltro, appena qualche giorno fa Marino ha deciso di azzerare la giunta, lasciando per ora la città senza un governo. Il sindaco dem non indagato nella nuova inchiesta, ma è sotto processo sempre a Santa Maria Capua Vetere insieme ad altri ex dirigenti e dipendenti comunali per un’altra accusa di appalti truccati sui rifiuti, oggetto di un’indagine condotta nel 2021 dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

“La reazione rabbiosa del sindaco Marino alla notizia della nomina della commissione di accesso in Comune è preoccupante“, dichiara invece il deputato Zinzi in risposta alle accuse del primo cittadino. “Così come imbarazzante è il vano tentativo di scaricare i suoi vecchi “amici” in maniera così grossolana, (che gli sono serviti per essere rieletto, diciamo NOI della redazione), come se volesse allontanare da sé il marcio che le indagini della magistratura hanno già documentato. Forse il primo cittadino teme che si scopra qualcosa sul suo operato, o comunque altro rispetto ai reati di corruzione e turbativa accertati dalla Dda di Napoli per la gara sui rifiuti?”, si chiede.

 

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