Il procedimento penale continua ad avanzare nei confronti di uno degli ex assessori più votati nella scorsa tornata elettorale, Massimiliano Marzo, ora definito ex assessore del Comune di Caserta.
Secondo quanto emerso, quando Marzo e l’allora dirigente Giovanni Natale furono arrestati, il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, ritenne valido l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri per alcuni capi di imputazione provvisori. Di conseguenza, fu emessa l’ordinanza di arresto domiciliari non solo per Natale, ma anche per l’allora assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo.
Nonostante il Tribunale del Riesame avesse accolto le richieste formulate dalle difese di Marzo, Natale e di altri indagati, liberandoli dagli arresti domiciliari, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere si era rivolta, a sua volta, al Riesame di Napoli, precisamente alla dodicesima sezione, presieduta da Angela Paolilli. Tale ricorso è stato respinto, confermando così il reato di corruzione.
I giudici del Riesame hanno osservato che la condotta corruttiva attribuita a Marzo non risulta esplicitamente documentata in alcun atto: non emerge infatti un patto corruttivo chiaro tra Nunziante e Marzo. In altre parole, attribuire all’ex assessore il concorso nella predisposizione di determine illegittime si basa esclusivamente su presunzioni e congetture, senza evidenze che confermino l’esistenza di un accordo corruttivo.
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