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Il territorio è stanco Vuole risposte Continua la marcia di chi non si arrende

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Il territorio è stanco Vuole risposte Continua la marcia di chi non si arrende

Il territorio è stanco Vuole risposte Continua la marcia di chi non si arrende. Dopo il sequestro dell’Istituto Tecnico per Geometri Buonarroti da parte della Magistratura e la minaccia di nuove chiusure di plessi scolastici da parte della Provincia di Caserta, sono gli studenti a scendere in piazza. Nel mentre scriviamo c’è in atto a Caserta una manifestazione composta da una nutrita schiera di studenti, in difesa del diritto allo studio e dei propri istituti.

Il territorio è stanco Vuole risposte Continua la marcia di chi non si arrende

Non solo Caserta

I 147 alunni del classico Agostino Nifo di Sessa Aurunca che, secondo quanto stabilito da un decreto firmato dal Presidente F.F. della provincia di Caserta Silvio Lavornia, da lunedì 15 maggio resta chiuso, così come la succursale del liceo classico Cirillo di Aversa e il ‘Mattei’ di Caserta. Per problemi strutturali.

Antincendio, agibilità, staticità e sicurezza sul lavoro. Queste le autorizzazioni mancanti e che rischiano di far chiudere altri 89 istituti. Per questi ultimi si sta cercando una soluzione per evitarne la chiusura. 45.000 sarebbero gli studenti che rischiano di chiudere anticipatamente l’anno scolastico.

Chi paga le spese sono gli studenti

Le vittime principali di questa situazione sono proprio gli alunni che, in queste ore, sono divisi tra sentimenti di frustrazione e voglia di non arrendersi. Perché dietro decreti, certificati e perizie, sono loro a farne le spese con le conseguenze dei ritardi, del disinteresse o meglio dell’interesse dell’ultima ora della politica.

La grave situazione venutasi a creare a partire dalla situazione di dissesto dell’Ente provincia, rischia di mettere in crisi il sistema dell’istruzione secondaria dell’intera provincia di Caserta. Minando il futuro degli studenti spaventati dalla possibilità di non poter ultimare i programmi scolastici. Rischiando addirittura di non poter sostenere l’esame di Stato.

Finanche chi prima poteva essere per ovvie ragioni neutrale, ha capito che qui c’è in ballo qualcosa di più grosso di una semplice chiusura di un plesso scolastico e sono scesi in piazza sostenendo studenti e il loro diritto allo studio vilipeso.

Torniamo al capoluogo

I cittadini casertani sono stanchi. Sono stanchi di vedere che ai loro figli viene negato il diritto allo Studio, per esclusive colpe di un capetto toscano che per rinnovamento intende distruggere le provincie italiane, poi ci ripensa, torna indietro, ma il dado è già tratto. Stanchi di assistere inermi e senza possibilità di parola a quanta illegalità deve a forza di cose esistere in città. Affaticati ad ascoltare una amministrazione comunale che va avanti con proclami e parole. Sono stanchi di assistere a tarantelle napoletane su un digestore che, vita o morte, deve per forza essere costruito dove vogliono loro e quando vogliono loro. Stanchi di poter minimamente immaginare questo digestore da chi sarà gestito. Stanchissimi di vedere che al politico che hanno votato e sostenuto, il tutto, non gli passa neanche per l’anticamera del cervello.

Il fallimento della classe politica

Le colpe di una classe dirigente locale e nazionale, di governi incapaci di amministrare e legiferare, che non salvaguarda il benché minimo diritto costituzionale, sono evidenti. Fatevi da parte. A settembre andatevene in pensione, ve la paghiamo noi. Fateci votare.

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