Gravissima falla di sicurezza sul sito dell’INPS: i dati personali degli utenti sono esposti pubblicamente e accessibili da chiunque entri nella pagina ufficiale del portale, intasato per la richiesta del bonus di 600 euro per i titolari di partita IVA stilati dal governo per l’emergenza coronavirus.
Sono diversi nominativi dei contribuenti che appaiono random selezionando una o più sezione del sito INPS e nei dati consultabili c’è proprio tutto: nome, cognome, codice fiscale e persino indirizzo di casa, comune di residenza e numero di telefono o cellulare.
Purtroppo, si tratta di una gravissima falla di sistema che ha portato milioni di utenti a entrare in possesso di centinaia di informazioni personali in una situazione che, al momento, potrebbe avere svolte imprevedibili per la privacy degli utenti. Il sito dell’ Inps è stato chiuso a seguito degli attacchi hacker ricevuti che hanno provocato «disfunzioni» e sarà riaperto con orari diversi per chiedere le prestazioni per patronati e consulenti e per i cittadini. Lo ha detto il presidente dell’ Inps, Pasquale Tridico intervistato dal Tg1. «Lo riapriremo – ha detto – dalle 8.00 alle 16.00 per i patronati e consulenti e dalle 16.00 per i cittadini». Dobbiamo anche sottolineare che per ogni problema del governo Conte, la colpa è sempre di qualcun altro, come in questa situazione, “è colpa degli hacker” . Questa è la giustificazione trapelata da Palazzo Chigi. La stessa tesi poi, condivisa dall’Inps. “Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker”, ha sottolineato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico aggiungendo che è stato necessario “sospendere temporaneamente il sito” dell’Istituto di previdenza che stamattina primo aprile è stato preso d’assalto dagli utenti ed è andato in tilt. Aggiunge che “ciò che in questi giorni non ho potuto dire per ragioni di sicurezza: cioè che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker”. “Ovviamente nei giorni scorsi abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti”, sottolinea il presidente dell’Inps. “Abbiamo dovuto sospendere temporaneamente il sito”, conclude.
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