Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, a fine marzo, il ritorno dell’ora legale segna il consueto cambio checi farà spostare le lancette degli orologi un’ora in avanti, dalle 2 alle 3 di notte. Questo significa che dormiremo un’ora in meno, ma dal giorno successivo avremo più luce solare da sfruttare, con le giornate che diventeranno progressivamente più lunghe. L’ora legale rimarrà in vigore fino all’ultimo fine settimana di ottobre, quando tornerà l’ora solare.
L’adozione dell’ora legale è stata una convenzione avviata oltre un secolo fa, principalmente per risparmiare energia, e ancora oggi continua a sollevare discussioni in Italia e in Europa. Sebbene i paesi del Nord Europa abbiano spinto per l’abolizione del cambio dell’ora, anche in Italia sono emerse polemiche e raccolte firme da parte di chi vorrebbe mantenere un orario stabile durante tutto l’anno. La Commissione Europea ha iniziato a esaminare l’argomento nel 2015, considerando gli effetti economici e sociali del cambio dell’ora. Tuttavia, nel 2023, l’Europa ha deciso di attendere che gli Stati membri trovino una posizione comune prima di procedere con eventuali modifiche.
Nonostante i vantaggi in termini di risparmio energetico, che ammontano a circa 340 milioni di kWh durante i sette mesi di ora legale (pari al fabbisogno annuo di circa 130.000 famiglie), ci sono anche effetti negativi sulla salute, come la distorsione del ritmo circadiano, che può influire sul sonno e provocare stanchezza, affaticamento e disorientamento. Questi cambiamenti, a volte, incidono anche sul rendimento scolastico, sull’efficienza lavorativa e sul benessere emotivo delle persone.
La battaglia per l’abolizione del cambio dell’ora rimane un tema aperto, con molte perplessità e divisioni tra gli Stati membri dell’Unione Europea.
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