Funesto evento avvenuto a Napoli, che ha coinvolto due giovani. Uno dei protagonisti è un sedicenne di nome L.B., il quale, sin da piccolo, è cresciuto in un ambiente legato alla criminalità e ha avuto modelli e punti di riferimento poco raccomandabili, tra cui suo padre, coinvolto in una banda di rapinatori. Questa esperienza di vita ha probabilmente influenzato il comportamento del giovane.
Nella notte in questione, il sedicenne si trovava armato di pistola nel cuore di Napoli. Quando ha incontrato Giovanbattista e il suo gruppo, si è scatenata una discussione, apparentemente a causa di uno scooter mal parcheggiato. In un momento di rabbia, L.B. ha estratto la pistola e ha sparato due colpi alle spalle,il terzo da più vicino e quando Giovanbattista Cutolo era già a terra senza vita. Questo tragico episodio ha scosso profondamente la comunità e ha portato all’apertura di indagini da parte delle autorità.
La storia evidenzia quanto sia importante il contesto in cui crescono i giovani e come le influenze negative possano avere conseguenze devastanti. In questo caso, due giovani vite sono state spezzate a causa di un evento tragico, che rimarrà nella memoria collettiva.
«Napoli va restituita ai napoletani perbene. C’è una minoranza di delinquenti che deve essere perseguita, condannata, rieducata. A 16 anni questi giovani non sono più minorenni. Ora bisogna cambiare».
Daniela di Maggio,la mamma di Giogiò parla come un fiume in piena davanti a giornalisti e cittadini. Pretende giustizia. «Voglio la legge “Giovanbattista Cutolo”», scandisce. Una norma – l’idea di mamma Daniela – che preveda l’abbassamento dell’età imputabile e certezza della pena.
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