di Gianclaudio de Zottis
Caserta – La docufiction e/o documentario che in questi giorni stanno trasmettendo sulla JuveCaserta, i tempi d’oro del basket a Caserta, su Rai due, sta raccogliendo parecchi consensi.
Un documentario quasi una cronistoria dei nove anni che hanno visto la fortunata presidenza del Cavalier Giovanni Maggiò (nome da cui prende l’attuale palazzetto a Castel Morrone).
La Storia di una squadra che ha sfidato un po’ tutto e tutti le potenze del nord, unica compagine del sud a vincere lo scudetto, acquisti cessioni, contrasti reunion, una storia di amicizie legami che poi sono anche cambiati.
La cessione a malincuore del brasiliano Oscar che la prese male e se la legò al dito (l’orgoglio si sa è di difficile maturazione), acquistato da sconosciuto che divenne un po’ il simbolo della squadra, poi vabbè i casertani Nando Gentile, Vincenzino Esposito, Donadoni, il ct Marcelletti.
Apprezzamenti anche nota giornalista TV (ex giornalista sportiva della domenica sportiva sulle reti RAI), che lasciato due righe di ringraziemnto su Twitter suo personale “Ricordo con piacere gli anni della JuveCaserta, quando ero inviata a bordo campo per la RAI una squadra fortissima in una città molto passionale quale Caserta con una grande tifoseria”.
Una pagina di storia di Sport di una Caserta anche romantica che non c’è più la storia di tutti noi, e fa male vedere lo stato attuale del Palamaggiò nel suo spiazzale ridotto a un rudere lasciato lì a morire nella inerzia di tutti, coinvolto in un rogo, una cattedrale cadente nel deserto della provincia di Caserta.
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