Il conto non torna.
Da una puntuale osservazione dell’espressione; del linguaggio; della postura; della gestualità di Palamara emerge impietosa l’assenza dei requisiti culturali e carismatici necessari ad un Leader, seppur di un clan di Ricattatori e Ricattati a vario titolo.
Dunque, Egli è solo un “Omino” rozzo, impacciato, arrogante, pavido, mediocre: un burattino incaricato del lavoro sporco da una Eminenza grigia di cui sfugge ancora l’identikit, ma ben usa a sovvertire l’ordine democratico; ad adattarlo alle proprie esigenze; ad attentare ad Organi costituzionali.
Si smetta di credere che questo impresentabile Padrino di periferiapossa aver amministrato Gruppi di potere e regolato la spartizione di nomine giuste al successo di ben oltre ottanta Magistrati, distribuiti fra Procuratori della Repubblica, Presidenti di Tribunale Consiglieri di Cassazione.
E si smetta anche di elogiare quei Magistrati che, pur dotati di asserita onestà, non solo non ne hanno contrastato le prevaricazioni e le indebite commistioni politiche, ma avrebbero imputato Chiunque altro di complicità; di favoreggiamento e di omertà applicando il dogmatico teorema del “Non potevano non sapere”, varato per liquidare Nemici ingombranti.
Chi è al di sopra di don Palamara?
Chi lo ha formato alla peggior cultura cattocomunista, istruendolo sulle norme del manuale Cencelli di democristiana memoria?
Chi gli ha consentito di interferire nella vita politica del Paese con il rimpiazzo di centinaia di Capi degli Uffici giudiziari da porre a disposizione delle velleità dei Giudici e delle loro Correnti?
Su ispirazione di Chi, Egli ha mediato secondo le opportunità proponendosi Medico curante di tante patologie carrieristiche; disponendo il confezionamento ad hoc delle Leggi giuste ai criteri di candidabilità; coinvolgendo Sodali per contenere la coalizioneBerlusconi/Lega/ Meloni, fino a ipotizzare col Magistrato di sorveglianza Marco Patarnello alla Presidenza della Repubblica la Casellati.
Quali Giornalisti, fra Corriere della Sera e Repubblica e La Stampa e le cui intercettazioni sono ancora protette, lo hanno reso intoccabile e aggressivo, ma gradito alle Rappresentanze parlamentari di Sinistra e forse anche a pezzi di Servizi?
Si deve davvero credere che questo “Tonno” scaduto sia stato il vertice di una setta di Giudici promossi per sola appartenenza partitica o è il caso di cercare quel cancro primario che ha generato innumeri metastasi: tali da indurre il Costituzionalista Valerio Onida ad esigere l’obbligo di estraneità dei Politici dalla scelte del Csm ma non anche il contrario, a conferma dellaprotervia di Chi, debordando dalle competenze, legittima la volgarità delle scorciatoie e si autopromuove Regista della Politicaperseguendo le leggi ad personam, ma riservandosene con l’uso di metodi da piduismo mafioso?
A quale Infame senza onore risponde veramente Palamara e quel Gruppo di Sodali da sostituire immediatamente con un Potere giudicante immune dalla arroganza e dalla corruzione che ha reso il Terzo Potere dello Stato una fetida palude?
E perché il Presidente del CSM non ne ha preteso le immediate dimissioni chiedendo che fosse esercitata l’obbligatorietà dell’azione penale a loro carico?
E, infine, Chi e perché ora ha frantumato quegli inquinati equilibriche concorrono al consolidamento dei misteriosi equivoci italiani, ultimo dei quali la scelta del Tribuno pugliese, in queste ore accusato di incompetenza anche dalla Corte dei Conti?
Non v’è dubbio alcuno che il delirio di onnipotenza accomuni gli Ospiti di Palazzo dei Marescialli e di Palazzo Chigi; né v’è dubbio alcuno che per Essi tutti l’epilogo sia vicino.
Nelle piazze si grida “libertà” mentre le file ai Monti di Pietà e alla Caritas si allungano di giorno in giorno e la situazione è sostanzialmente fuori controllo, aggravata anche dal parassitismo di decine di migliaia di Clandestini gozzoviglianti a spese del Contribuente.
La pazienza della Gente è al limite e non c’è più gradimento per le sceneggiate coniugate a frustrazioni anche personali di pezzi dell’Esecutivo: Azzolina sulla Scuola; Bonafede sulla Giustizia; Bellanova sulla Immigrazione; Boccia sulla delazione.
Dunque non era solo Toninelli l’emblema di un Ceto inetto e inadeguato.
E’ ora di riscrivere le REGOLE.
E quali che siano le sofistiche e pretestuose argomentazioni, l’art. 31 della legge 24 marzo 1958, n. 195 fa DOVERE morale a Mattarella di sciogliere il CSM, previo parere neppure vincolante dei Presidenti di Camera e Senato.
Ogni diversa interpretazione è solo pretestuosa: chiarisca se non vuole o non può esercitare il proprio potere contro un Organo le cui finalità sono apertamente tese alla commissione di delitti o intrighi distanti dal giusto funzionamento.
Non a caso un richiamo al gesto rigoroso di Francesco Cossiga nel porre fine agli abusi attraverso l’invio dei Carabinieri a Palazzo dei Marescialli.
Non è un caso che Egli definisse la ANM “eversiva e di stampo mafioso“.
Sarebbe ora che Mattarella arginasse anche il delirio di Conte e delle sue Commissioni di Tecnocrati, nominati in sprezzo di ogni valore democratico e di merito a partire dal Genio del monopattino che, Servo di Potentati finanziari, ha elaborato il piano di annientamento definitivo dell’Italia.
Emulo delle “potenze di fuoco” millantate dal suo Premier, a soluzione della devastante crisi economica nazionale Egli propone la istituzione di un Fondo per lo Sviluppo che, forte di una dotazione dai cento ai duecento miliardi di euro dedotti dal conferimento di immobili e partecipazioni societarie da parte di Stato, Regioni, Province e Comuni, punta ad attingere anche alle riserve auree di Bankitalia. Il fondo, a suo avviso, dovrà essere gestito da Cassa Depositi e Prestiti e le sue quote dovrebbero essere poste messe a garanzia dei crediti erogati alle imprese;assegnate alle banche e vendute agli Investitori internazionali e alla stessa Bce significando: che lo Stato dovrà esporre il proprio residuo patrimoniale; che al raggiungimento della capienza del Fondo dovranno concorrere Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo, Anas-Ferrovie, Regioni, Enti Locali e Società di servizi di pubblica utilità; che la cessione delle grandi Aziende confinerebbe per sempre l’Italia fra le realtà statuali di serie B; che l’oro di Bankitalia precluderebbe qualsiasi margine di operatività, ove fosse necessario tornare alla moneta nazionale.
In definitiva, ci si accinge ad un violento saccheggio confermato dalle evidenze: fine mandato Berlusconi, debito pubblico 1898 miliardi di euro; fine mandato Gentiloni, 2327 miliardi di euro: + 429 miliardi in 78 mesi, ovvero 5,5 miliardi di aumento al mese; Governo Conte, alla data odierna: 2362 miliardi, ovvero 2,9 miliardi di aumento al mese per la incompetenza di un Quisque de Populo che ha dalla sua il solo primato del più becero Trasformismo opportunista e la rara abilità di piroettare dal Sovranismo all’Antisovranismo; dalla tutela dei sacri confini all’umiliante Europeismo.
Sedicente quanto sconosciuto Avvocato del Popolo, inventato dai Pentastellati e preceduto da un C/V gonfiato dalle frequentazioni di improbabili Atenei, Egli è solo un pericoloso Fantoccio il cui attaccamento al potere ha prodotto danni irreparabili, mentre Egli galleggiava fra i relitti di un Paese in recessione, sullo sfondo della irrisolta tempesta del Russiagate; del concorso da Docente ordinario orientato dall’ex Socio Guido Alpa; del PIL attestatosi al -10%; del disinteresse per la tutela delle priorità nazionali.
A margine di tanto, dunque, incombono tre domande:
Come può Mattarella celebrare una Repubblica corrotta e screditata e svenduta da un Esercito di Ciarlatani capeggiato da un DIlettante?
Come può Mattarella non prevedere che presto la Piazza caccerà a calci nel culo questo Esecutivo?
Come può Mattarella ritenere che la retorica abbia ancora senso e pensare di mantenere alta la soglia del panico generale con l’utilizzo di una mascherina ormai grottesca, ma ostentata al solo fine di rievocare il virus per contenere la pressione di un Popolo esigente elezioni?
Quanto amaro sarà anche il suo risveglio?
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