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Il Comune di Caserta rischia lo scioglimento ma parte la corsa per la fascia tricolore

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CASERTA – Le prossime elezioni in vista sono quelle regionali ma, a Caserta, sembra già scoppiata la febbre per le amministrative che, se il Comune verrà sciolto o no, si terranno nel 2027. Malgrado le significative incognite politiche e amministrative la preparazione alle regionali rischia di avere degli effetti, già oggi, sulle aspirazioni dei papabili candidati a sindaco.

In questo scenario si inserisce la complessa partita delle regionali campane del prossimo novembre, che rappresenterà un banco di prova cruciale per testare i rapporti di forza all’interno della coalizione. L’esito di questa tornata elettorale potrebbe ridisegnare significativamente gli equilibri nel centrodestra casertano.

Nonostante i tempi lunghi già da mesi si lavora sotto traccia per le candidature a sindaco. Le più evidenti sono quelle coltivate nell’ambito del consiglio comunale dove, quotidianamente, i consiglieri, specie di minoranza, fanno a gara per mettersi in evidenza.

Nel centrosinistra i percorsi sembrano tracciati. Con la complicità di Elly Schlein il Pd che verrà dopo Carlo Marino punta all’alleanza con la sinistra civica, dal 2011 (anno della rottura tra l’estrema e il blocco moderato che aveva portato all’elezione di Nicodemo Petteruti) in contrasto con i partiti del centrosinistra. Alleanza che metterà in libera uscita i 14 consiglieri comunali della maggioranza di Carlo Marino che provengono dal centrodestra.

Proprio la coalizione di centrodestra potrebbe approfittarne ma il centrodestra appare diviso all’inverosimile soprattutto grazie alla direzione che i parlamentari del territorio stanno dando ai partiti.

Esclusa dal dibattito sulle candidature a sindaco sembra essere Forza Italia che ha insediato Paolo Falco al comando del partito e che rappresenta la nobile tradizione politico amministrativa di Gigi Falco. Ma gli azzurri restano deboli e non hanno appeal visto che le classi dirigente forziste, negli ultimi tre anni, sono state liquidate rapidamente e in successione a mano a mano che un dirigente nazionale o locale si alzava storto la mattina.

In Fratelli d’Italia emerge dal consiglio comunale la figura dell’avvocato Pasquale Napoletano, onnnipresente sulla stampa ma anche sui temi di maggiore sensibilità per il territorio, a partire da quelli della sicurezza. Se vivessimo in un momento storico in cui esistessero politica e partiti, Napoletano sarebbe in pole position per la guida della coalizione nel 2027.

Il problema, però, è che la politica è morta e con essa i partiti che non esistono più come contenitori di idee, di discussione e di crescita ma esistono come simboli da presentare sulle schede e in cui si accasano questo o quel portatore di voti (poi non ci stupiamo se l’affluenza alle urne è sprofondata in questi ultimi venti anni).

Così Napoletano paga il suo non essere simpatico ai parlamentari del territorio (che sul tema della sicurezza stanno facendo una figura barbina non essendo in grado di capire quale sia il sentiment prevalente dei casertani) e rischia di pagare, e tanto, anche l’accomodamento del consigliere regionale Massimo Grimaldi nella Lega. Grimaldi, in cinque anni, le ha provate tutte. Partito da Forza Italia, dichiaratosi indipendente in consiglio regionale e poi transitato in Fratelli d’Italia che, però, gli ha dato un calcio in occasione delle europee (a cui Grimaldi voleva e gli era stata promessa la candidatura) a cui lui ha risposto con l’avvicinamento al deputato leghista Gianpiero Zinzi che ha una esigenza drammatica: quella di gonfiare di voti la lista della Lega alle regionali per evitare di dare l’impressione di quale sia la realtà: cioè che la Lega in Campania non esiste ed esiste solo lui con i suoi voti.

L’approdo di Grimaldi alla Lega è però solo funzionale. Non esistendo i partiti e la politica diventa difficile immaginare che due anni dopo le regionali Grimaldi possa albergare ancora sul Carroccio. Così la partita si riaprirebbe.

Incredibile e paradossale, invece, appare il caso di Genny Iannotti, avvocato penalista che nel 2010, in articulo mortis, fece il suo ingresso in consiglio comunale per surroga quando l’amministrazione Petteruti (con cui si era candidato) si stava avviando ad avvitarsi su sé stessa.

Negli anni Iannotti ha puntato molto sulla sinistra civica e sul dopo Marino, pensando che potesse ereditare il ruolo di candidato sindaco per la coalizione come elemento di mediazione tra i centri sociali e i partiti. Lo testimoniano le tante immagini social delle partecipazioni di Iannotti agli appuntamenti di questo mondo civico di sinistra.

Nonostante queste partecipazioni Iannotti piace molto anche alla senatrice Giovanna Petrenga che (non) guida il partito di FdI nella città di Caserta e che è diventata nota a Roma come la ‘zia’ della figlia della premier Giorgia Meloni e che da questa non viene messa in discussione nonostante la sostanziale nullità politica.

Ma Iannotti ha stretto negli ultimi anni anche il rapporto personale con Paolo e Massimiliano Marzo (non a caso prima dell’arresto si parlava di una possibile candidatura di Massimiliano proprio nella lista di FdI) e, soprattutto, con Gianpiero Zinzi che potrebbe sostenerlo (anche se nella Lega attendono la candidatura sia Giuseppe Cuscunà, forse per meriti ereditari, e Maurizio Del Rosso, pronto a misurarsi alle regionali per una prova di forza concreta).
A rovinare questo quadretto idilliaco, però, potrebbe essere Emiliano Casale che, ottimista sul superamento dei suoi problemi giudiziari, sembra essere l’uomo giusto per aggregare i consiglieri uscenti di centrodestra inglobati da Marino e rompere le uova nel paniere alla destra.

Tuttavia, con oltre due anni di tempo prima delle elezioni (e con la scure dello scioglimento che, oltre a gettare scuorno su Marino lo getterebbe anche sul centrodestra che in questi dieci anni ha pensato a pettinare le bambole e a curare l’orticello dei parlamentari invece di denunciare i tanti ed evidenti problemi manifestati dal modus operandi di Marino), queste prime mosse appaiono più come un posizionamento strategico che come reali candidature definitive. Il lungo periodo che separa dall’appuntamento elettorale permetterà ulteriori evoluzioni degli scenari, con possibili nuovi ingressi e ridefinizioni delle alleanze.

La vera partita inizierà probabilmente dopo le regionali di novembre, quando i partiti avranno un quadro più chiaro dei propri rapporti di forza e potranno iniziare una più concreta fase di negoziazione.

Nel frattempo, il dibattito serve principalmente a mantenere alta l’attenzione sulla politica locale e a testare le reazioni dell’elettorato alle diverse ipotesi in campo.
La lunga attesa fino al 2027 suggerisce che le attuali discussioni, per quanto animate, rappresentino solo il prologo di una partita politica che entrerà nel vivo molto più avanti, quando il quadro politico nazionale e regionale sarà più definito e le varie forze politiche avranno consolidato le proprie posizioni sul territorio.

Di certo scevro dei chicchessia per coerenza indiscussa si candiderà di certo anche Ciro Guerriero con la propria lista rinnovata e fortificata.

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