Il collaboratore di giustizia Benito Natale è stato sentito per 3 ore , nel processo per intestazione fittizia di beni con l’aggravante della finalità mafiosa, per aver favorito il clan dei Casalesi.
Sono stati rinviati a giudizio Sergio Orsi, fratello di Michele ucciso dal gruppo di fuoco con a capo Giuseppe Setola, suo figlio Adolfo, Antonio Mone di Alife, Enzo Papa ex poliziotto di Grazzanise, Francesco Salzano ed Ugo Di Puorto, questi ultimi due accusati di estorsione. Oggi, nel processo, tenuto dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco, è stato sottoposto al controesame da parte delle difese, il collaboratore di giustizia, Benito Natale.
Che ha raccontato la vicenda partendo dai compattatori degli Orsi parcheggiati nel deposito di Falciano del Massico il cui titolare vantava crediti per circa 80mila euro nei confronti degli Orsi. “Ho chiesto a Salvatore Di Puorto di interessarsi della vicenda per recuperare i mezzi e far desistere P. dal credito. Andammo sul deposito e c’erano mezzi bruciati o smontati oltre a due compattatori pieni”.
Un’altra vicenda raccontata è stata quella della tentata estorsione nei confronti dell’imprenditore, Raffaele Palazzo, che nei suoi depositi custodiva i mezzi di una società degli Orsi ed avrebbe desistito, su una presunta richiesta del clan, ad un credito di 30mila euro vantato proprio per la custodia dei mezzi. “Era una cosa che interessava a Nicola Schiavone . Mandai Salzano a parlare con Palazzo per chiedergli di rinunciare al credito e di uscire dalla Sia, di cui era socio”. Sulla domanda del difensore Carlo De Stavola, avvocato degli Orsi, sul perché non si è interessato personalmente, invece di inviare un emissario, Natale ha risposto : “Avevamo litigato in passato e poi Salzano era conoscente della moglie”.
Questo ha riferito anche sui rapporti intercorsi tra Angelo Grillo, l’imprenditore dei rifiuti di Marcianise legato al clan Belforte, e gli Orsi che noleggiarono compattatori per qualche mese proprio a Grillo. Secondo la Dda, la Sia, di cui erano soci occulti gli Orsi , avrebbe stretto accordi con la Dhi dell’imprenditore Alberto Di Nardi (anche se i giudici sammaritani hanno disposto qualche mese fa la revoca dell’intedittiva antimafia per Di Nardi, ritenendo le dichiarazioni di Natale “non attendibili”). Per concludere questo accordo con Di Nardi, Natale avrebbe contattato Antonio Scialdone che, secondo il collaboratore di giustizia, “collaborava con Nicola Ferraro. Me lo disse Maurizio Fusco, un sodale del clan che ha lavorato con Luigi Ferraro come netturbino”.
“Incontrai Scialdone prima a Grazzanise nel 2010 in occasione della campagna elettorale della moglie , ha dichiarato Natale in aula .Poi l’anno successivo a Casagiove per la campagna elettorale di un altro candidato sindaco. Successivamente ci vedemmo a casa sua e portai la lista dei mezzi per il nolo a freddo con Di Nardi. Il nolo sarebbe dovuto avvenire con un sovraprezzo che doveva andare a Fusco e Scialdone. Surplus che non fu applicato e mi disse Di Nardi che avrebbe provveduto lui a Fusco”.
Secondo le dichiarazioni di Natale, in quella circostanza Fusco avrebbe messo al corrente, Scialdone che Natale era un uomo del clan, prima per il gruppo Schiavone e poi per Michele Zagaria. Il processo è stato rinviato alla fine del mese.
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