Il Real Sito della Lanciolla è un complesso settecentesco che si colloca in quella rete di edifici reali e al contempo rurali disseminati nella piana casertana lungo i Regi Lagni.
Si trova in territorio acerrano ma a pochi metri, in linea d’aria, dal Centro Commerciale Campania di Marcianise. Ferdinando IV di Borbone lo utilizzava come casino per le sue battute di caccia.
Il sito è in stato di abbandono: è stato depredato e ha subito diversi crolli, specie negli ultimi anni.
Il sito, inserito in ciò che doveva essere il Fusaro di Maddaloni, è visibile dal parcheggio del centro commerciale Campania (lato Cinepolis), versa attualmente nel degrado più totale alla mercé del tempo e delle erbacce.
Il Casino del Real Sito di Lanciolla era circondato dall’acqua e ricorda, sotto certi aspetti, la Casina Vanvitelliana sul lago Fusaro nella località di Bacoli. Come quest’ultima il Reale Sito di Lanciolla veniva raggiunto attraverso imbarcazioni come quelle utilizzate negli acquitrini, la lanciole.
Questo edificio è uno dei tanti che Ferdinando molto probabilmente usava come punto di ristoro durante la sua attività preferita, la caccia.
Il fatto che fosse circondata dall’acqua è possibile dedurlo dai mattoni che ne compongono la struttura basale: di certo rappresentava un paesaggio suggestivo. Il viale, inoltre, sorge ad una quota più alta rispetto al piano di campagna, per raggiungere l’ingresso delle tre abitazioni, a livello dei rispettivi basamenti.
La palazzina centrale era usata dal re come camera da letto: ancora oggi sono visibili gli anelli che reggevano la struttura del letto borbonico; le due laterali, invece, erano probabilmente utilizzate dalla servitù che accompagnava sua maestà durante le battute di caccia. 40-50 anni fa il sito veniva utilizzato dai giovani locali, per fare tuffi e nuotate tanto era bella e trasparente l’acqua del posto.
Questo Casino di caccia fu costruito nel 1779, dopo la Casina Calabricito (Raffaele Manna, Ricordi Storici Archeologici della Campania: Acerra e Suessola, 1987). Secondo le ricostruzioni sarebbero stati asportati molti reperti tra cui lo stemma reale, l’orologio a sole e la scalinata in marmo.
Anche oggi, sono visibili quattro anelli di ferro assicurati alla soffitta, postivi per tenervi riverentemente sospeso il letto Reale.
Inoltre, c’erano due camini per il riscaldamento, un servizio igienico del tempo e il letto murale per il maggiordomo.
L’interno è intonacato di un “rosso pompeiano”. Ai lati: due sale, una da pranzo per il Re e l’altra per il personale del seguito. Il Real Sito della Lanciolla può essere considerato un progetto collaterale a quello della Casina Spinelli in località Calabricito, costruita per ospitare i sovrani borbonici che qui venivano a caccia durante i mesi invernali.
Dalla visura al Catasto Terreni dell’Agenzia del Territorio di Napoli pare che la casina della Lanciolla, riportata al foglio 1 Comune di Acerra particella 69, non avendo intestazione, venne probabilmente scorporata in un frazionamento del 10 febbraio 1983, dalla proprietà intestata alla Cassa per il Mezzogiorno riferita al Lagno Sagliano con particella 712 dello stesso foglio.
Il complesso necessita di un recupero immediato ed abbisogna di essere tutelato dallo Stato. Lo stesso sforzo fatto in occasione dell’acquisizione del Real Sito di Carditello ai Beni Culturali dovrebbe essere fatto anche in questa occasione per salvare un luogo storico del territorio campano.
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