Il Boss Giorgi detto “u capra” catturato dopo 23 anni, riceve il baciamano dei ‘vicini’
l boss della ‘ndrangheta detto “u capra”, ritenuto uno degli elementi di vertice della cosca Romeo, è stato catturato, era ricercato dal 1994. Si nascondeva in un piccolo bunker ricavato sopra il camino della sua abitazione a San Luca. “Bravi, mi avete preso” ha detto ai carabinieri
È stato arrestato, finalmente il latitante di ‘ndrangheta Giuseppe Giorgi detto “u capra” che era ricercato dal 1994. Il nome del 56enne era inserito nell’elenco che comprende i cinque latitanti più pericolosi d’Italia. L’uomo è stato bloccato dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, insieme a quelli dello squadrone Cacciatori Calabria, a San Luca, la mattina del 2 giugno, nella sua abitazione.
Elemento di vertice della cosca Romeo
Giorgi è ritenuto uno degli elementi di vertice della cosca Romeo attiva soprattutto a San Luca e con ramificazioni in tutta la provincia, oltre che in ambito nazionale ed internazionale. Nei suoi confronti, era stato emesso un ordine di carcerazione a seguito della condanna per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Era ritenuto un latitante di massima pericolosità e il suo nome era stato inserito nel programma speciale di ricerca.
“Bravi, mi avete preso”
“Bravi, mi avete preso“. Così ha reagito Giorgi all’arrivo dei carabinieri. Il boss era nascosto in un piccolo bunker ricavato sopra il camino della sua abitazione, a San Luca. Subito dopo essere uscito dal rifugio, ha poi cercato di tranquillizzare le due figlie, una di 26 e una di 24, che si sono lasciate andare a scene di disperazione. “Si sapeva – ha detto rassegnato l’uomo alle figlie – che prima o poi doveva finire”.
I carabinieri già da alcuni giorni avevano il sospetto che il latitante si trovasse nella sua abitazione e la notte scorsa, verso le 3.30, sono entrati e hanno iniziato la perquisizione. Dopo circa 5 ore di lavoro, quando hanno cominciato a rompere le pareti alla ricerca del rifugio, Giorgi si è fatto sentire. I carabinieri hanno dovuto lavorare ulteriormente perché si era bloccato il congegno che consentiva l’apertura, attraverso lo spostamento di una pietra del pavimento. Una volta sistemato il dispositivo il ricercato è uscito e si è fatto ammanettare. Il bunker era di piccole dimensioni e serviva soltanto per sfuggire ai controlli in caso di perquisizione.
Il baciamano al boss
A sottolineare il ‘prestigio’ che Giorgi ancora ricopriva nella zona, all’uscita dalla casa dove era nascosto, alcuni ‘vicini’ si erano fermati e nel salutarlo, gli hanno baciato le mani, come mostra il VIDEO esclusivo mandato in onda dal Tg1
Nel video, l’omaggio degli amici e dei vicini di casa. Durante l’arresto, all’uscita di casa, il boss ha infatti ricevuto il baciamano, prima di essere portato via in auto dai carabinieri salutando gli abitanti del posto.
Minniti: “E’ un grandissimo successo”
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, per l’importante operazione. “L’arresto di Giorgi, già condannato per associazione mafiosa finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi – ha sottolineato – è un grandissimo successo investigativo che conferma il quotidiano impegno sul fronte della criminalità organizzata delle Forze di Polizia e della Magistratura”.
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